Prima corrispondenza da Parigi dalla manifestazione per la liberazione di Georges Ibrahim Abdallah

Se non sono bastati 39 anni di detenzione nelle carceri francesi a piegare l’identità e determinazione rivoluzionaria del combattente comunista libanese Georges Ibrahim Abdallah, la lotta dei suoi compagni e solidali fuori dal carcere durerà ben di più, fino alla sua liberazione!
Questo è il messaggio che la manifestazione nazionale organizzata dalla Campagna Unitaria per la Liberazione di Georges Ibrahim Abdallah ha fatto risuonare forte per le via del centro di Parigi.
Un corteo combattivo e determinato di circa mille persone che, insieme alla liberazione, di Georges ha rivendicato il diritto dei popoli a resistere in armi alle aggressioni dell’imperialismo, a combattere per un futuro diverso.
In piazza tutte e diverse organizzazioni unite nella Campagna e alcune delegazioni internazionali, dall’Italia quella del Soccorso Rosso Proletario.
A conclusione della manifestazione in Place de la République, sono state lette le dichiarazioni di Georges Abdallah dal carcere e il messaggio della Campagna Unitaria, che ha annunciato che la Campagna non si fermerà per l’estate e se il compagno, i cui legali hanno rinnovato l’istanza di liberazione, non sarà rilasciato prima, prepara per il prossimo anno, il quarantesimo dall’arresto di Georges, ancora più iniziative e più forti che mai.
Sono poi seguiti gli interventi delle diverse organizzazioni partecipanti, compreso quello di Soccorso Rosso Proletario Italia, che ha portato il saluto delle compagne e compagni che anche in Italia si mobilitao da anni per la liberzione di Abdallah e che oggi, nella Giornata dell’Eroismo dei prigionieri politici rivoluzionari tengono due manifestazioni a Milano e Taranto in cui, tra gli altri,  l’esempio di Georges Ibrahim Abdallah sarà portato in piazza e si rinnoverà la lotta per difendere lui e tutti i prigonieri politici nel mondo, contro il carcere tortura e assassino, contro ogni repressione che nega il diritto dei proletari e dei popoli a lottare per le proprie conquiste e una società diversa.