La Cassazione ha respinto il ricorso di Alfredo – Lo Stato borghese ha deciso che Alfredo deve morire! ASSASSINI! PAGHERETE CARO PAGHERETE TUTTO!

LA CASSAZIONE HA RESPINTO IL RICORSO DI COSPITO: DOVRÀ RESTARE AL 41 BIS. IN OSPEDALE RIFIUTA LA TERAPIA. IN PIAZZA GRIDANO: “ASSASSINI”. IL LEGALE: “CONDANNA A MORTE”

Ecco la reazione del suo avvocato: “Leggendo i pareri favorevoli della Procura nazionale antimafia, dei pm di Torino e del Dap inviati al ministro avevamo capito che la decisione ministeriale fosse stata politica e non giuridica. Dopo la lettura della requisitoria del Pg Gaeta pensavamo che il diritto potesse tornare ad illuminare questa buia vicenda. La decisione di questa sera dimostra che ci sbagliavamo. Questa è una condanna a morte”.

Hanno deciso i cinque giudici, da soli in camera di consiglio da stamattina alle 10, anche contro il parere del procuratore generale Piero Gaeta che invece aveva chiesto il riesame del tribunale di sorveglianza, ma che al pari dell’avvocato, non era presente in piazza Cavour durante la riunione dei giudici.

Cospito ha annunciato di voler sospendere gli integratori, che aveva ripreso ad assumere di recente dopo 120 giorni di sciopero della fame. Cospito avrebbe anche spiegato ai medici di essere ormai convinto che morirà presto. Agli operatori sanitari che lo stanno seguendo nell’ospedale milanese, Cospito ha poi aggiunto: «Spero che qualcuno dopo di me continuerà la lotta» contro il carcere duro.

Silenzio surreale in piazza Cavour quando si è capito che era uscita la decisione. E poi l’inevitabile reazione degli oltre 50 anarchici presenti: “Assassini”, “Lo stato ammazza un militante anarchico e rivoluzionario”, “State fomentando rivoluzioni”, “Alfredo, viva o muoia, vivrà per sempre”, “È finito il tempo delle manifestazioni e dei cortei. Da oggi inizia il momento della lotta. Non lasceremo morire Alfredo senza tentare il tutto per tutto. Lui mette in gioco la sua vita e noi mettiamo in gioco la nostra. Se Alfredo muore sarà l’inferno per i ricchi in questo paese, sarà lotta”. Nel corso del comizio sono stati ricordati “i compagni delle Brigate Rosse che sono al 41 bis”.

Solo poche ore prima, giovedì 23 febbraio, c’era stato un blitz degli attivisti all’Altare della Patria di Roma. Erano stati accesi dei fumogeni ed era stato appeso uno striscione con la scritta “L’Italia tortura, con Alfredo, no al 41bis, no all’ergastolo”.