É stata fissata il prossimo 4 aprile, presso il Tribunale de L’Aquila, l’udienza per la richiesta dell’applicazione della Sorveglianza speciale, con obbligo di dimora, contro un nostro compagno.
Tra notifica (che ancora non avviene e della richiesta si é venuto a sapere tramite avvocato d’ufficio) e udienza, circa due mesi… A rimarcare l’urgenza che la Questura di Teramo e il Tribunale hanno messo in questa richiesta.
Ricordiamo che la Sorveglianza speciale é una misura fortemente restrittiva (arresti domiciliari la sera, divieto di frequentazioni di luoghi e persone, obbligo di dimora, divieti vari) che rientra nelle “misure di prevenzione”.
Quindi sulla presunta pericolosità sociale del soggetto.
Pericolosità che dovrebbe emergere dalle carte della Questura, su un fascicolo di circa 50 pagine e oltre una ventina di allegati, di cui al momento é stato notificato solo qualche stralcio. Ma da essi si evince che gli organi repressivi fanno un quadro della realtà anarchica e antagonista sul territorio provinciale degli ultimi due decenni, con particolare riferimento agli ultimi dieci anni e a tutta una serie di procedimenti giudiziari in corso negli ultimi anni.
Tutta l’attività della Casa del Popolo prima e del Campetto Occupato poi. Si sottolinea come, il probabile sgombero che potrebbe esserci a breve, debba essere anticipato da misure di “sicurezza” come la repressione al nostro compagno.
Si rimarca la costante attività organizzatrice e di protesta, di sostegno a tutte le varie forme di mobilitazione, da quelle antifasciste, antirazziste, in difesa dell’ambiente, contro le discriminazioni, a quelle operaie, a quelle contro la Repressione, sul territorio e di carattere nazionale e internazionale, e in solidarietà a compagni e compagne. Dalle lotte in città contro l’autoritarismo delle istituzioni e a sostegno di chi non aveva una casa. Si sottolinea l’organizzazione nell’aver creato una cassa a sostegno di denunciati e denunciate, tutti i rapporti esistenti con compagne e compagne in giro ovunque. E poi i precedenti penali, i precedenti di polizia e, soprattutto, le tantissime frequentazioni che il nostro compagno ha, anche al di fuori dell’ambiente di compagne e compagni.
E questo sembra dare particolare fastidio alla questura, che dedica un paragrafo a tale aspetto, rimarcando come negli anni le lotte siano uscite al di fuori dell’ambito “militante” grazie alla capacità di coinvolgimento, condivisione e complicità.
Questo, per noi, é un merito.
Per l’accusa, invece, é un problema…
E anche bello grosso.
Ed é quello che vorrebbero spezzare.
Tutti questi legami, la solidarietà, le lotte e le gioie.
E, per questo, glie lo dobbiamo impedire!