la persecuzione contro Askatasuna a Torino – «Parla la nostra storia non le loro accuse. L’associazione a delinquere siete voi

“Criminali, non sovversivi”. I giudici riscrivono le accuse su Askatasuna

Il tribunale del Riesame di Torino ha parzialmente accolto un ricorso della procura e ha disposto undici misure cautelari per sponenti del centro sociale. Gli attivisti: la nostra storia parla per noi

Non un gruppo sovversivo, ma un’associazione criminale che attacca le istituzioni dello Stato e fa della violenza uno strumento di lotta. Il tribunale della Libertà ha ridisegnato le ipotesi d’accusa che la procura aveva sollevato nei mesi scorsi nei confronti degli attivisti del centro sociale di corso Regina, autori da anni delle battaglia contro la Tav e di manifestazioni di protesta in città. (continua solo per gli abbonati, n.d.r.)

 

Undici misure cautelari ad Askatasuna, per i giudici nel centro sociale un’associazione per delinquere

I pm di Torino avevano ipotizzato per il centro sociale l’accusa di associazione sovversiva, il Tribunale del riesame ha modificato il reato. Gli attivisti: «Parlano per noi la nostra storia»

Gli esponenti di Askatasuna, storico centro sociale legato all’area dell’Autonomia, «formano un’associazione per delinquere». Questo, secondo le prime informazioni, è il senso di una pronuncia del Tribunale del riesame di Torino che ha parzialmente accolto un ricorso della procura.

 

I pubblici ministeri avevano chiesto una serie di misure cautelari ipotizzando l’associazione sovversiva. I giudici, sempre il secondo le prime indicazioni, hanno dato una lettura diversa, senza connotazioni politiche. Il Riesame, accogliendo dunque parzialmente un ricorso della procura, ha disposto undici le misure cautelari e restrittive, due delle quali in carcere,  a carico di esponenti del centro sociale. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione per delinquere, violenza privata, rapina e sequestro di persona. Per sei indagati  si parla di arresti domiciliari e per tre di divieti di dimora nei due comuni della Valle di Susa in cui insiste un cantiere del Tav.

 

Provvedimenti non immediatamente esecutivi

Ancora non si è appreso se il tribunale del riesame ha disposto tutte o solo alcune delle misure cautelari richieste dalla procura. I provvedimenti comunque non sono immediatamente esecutivi perché la decisione può essere impugnata dalle difese in Cassazione.
Il procedimento è il prodotto di un’inchiesta avviata nel 2019 dalla Digos, che si avvalsa di numerose intercettazioni telefoniche e ambientali. Nel corso dell’udienza davanti al Tribunale del riesame i rappresentanti della procura avevano ribadito la tesi dell’associazione sovversiva sottolineando però che l’accusa non era rivolta a tutti i frequentatori e tutti gli attivisti del centro sociale, ma solo a un gruppo di indagati.

La replica degli antagonisti

«Parla la nostra storia non le loro accuse. L’associazione a delinquere siete voi»  sostiene sulle proprie pagine social il centro sociale Askatasuna. «A marzo di quest’anno sono avvenuti numerosi arresti ai danni di compagni e compagne con l’accusa, inizialmente bocciata dal gip, di associazione sovversiva. Non soddisfatti della decisione, avvenuta dopo indagini durate dal 2009 ad oggi tramite migliaia di pagine di intercettazioni, i pm hanno condotto un ricorso che ha avuto come risultato la trasformazione da associazione sovversiva ad associazione a delinquere». «Prima – si legge sui post – vogliono costruire un disegno farlocco tentando il tutto e per tutto, ora provano a dipingerci come delinquenti». Askatasuna aggiunge: «Leggeremo le carte non appena possibile. Quello di cui siamo sicuri è che non saranno i tribunali a riscrivere le storie delle lotte, di chi resiste e di chi vive per costruire un futuro giusto e migliore per tutti. Parlano per noi le nostre lotte, le persone con cui abbiamo condiviso tutti i momenti di lotta individuali e collettivi».