Da compagni di Napoli, una proposta di incontro

LA SOLIDARIETA’ E’ UN’ARMA, USIAMOLA

Un’iniziativa tenutasi a L’Aquila nel 2017 in solidarietà alla prigioniera comunista Nadia Lioce, sottoposta da oltre 19 anni all’isolamento e quindi al 41bis, è stata trasformata, da zelanti giudici, in un processo a carico di 31 compagni e solidali che a quella iniziativa avevano preso parte.
Le accuse sono di manifestazione non autorizzata Art. 18 comma V del R.D. 773 del 18 giugno 1931. La data dell’inizio del processo è stata fissata per il 18 maggio 2022.
Pensiamo che questo processo non deve essere un’occasione per difendersi dall’accusa di aver partecipato ad una manifestazione non autorizzata, quanto quella di cogliere il momento per riaffermare la nostra solidarietà e la nostra lotta contro il carcere in quanto strumento di controllo, repressione e annientamento dell’intera classe di subordinati al dominio del capitale. Il 41bis, in quanto tortura e isolamento ne rappresenta la parte più avanzata.
Oltre alla compagna Lioce ci sono centinaia di proletari/e sottoposti alla tortura dell’isolamento nelle democratiche carceri italiane, dove sono rinchiusi ancora compagni/e da circa 45 anni. Oltre che a migliaia di prigionieri/e tenuti in condizioni miserabili.
Negli ultimi anni nulla è cambiato se non in peggio. L’inizio della sciagurata gestione pandemica fù inaugurata con la strage di Stato di 14 prigionieri, 9 dei quali nel mattatoio di Modena (la maggioranza proletari immigrati), per poi proseguire con pestaggi generalizzati in moltissime carceri, non ultime Poggioreale e Santa Maria Capua Vetere. Questo in risposta alle richieste di garanzie e di non aggravare la situazione vietando colloqui con familiari e difensori, cosa che avrebbe instaurato di fatto un regime di ulteriore isolamento massificato.
La strage è stata ordinata dal governo ed eseguita dal D.A.P. perché tutti si dovevano attenere alle sciagurate direttive governative e ogni minima forma di dissenso andava annientata.
Anche all’esterno la situazione montava: multe, arresti, denunce, divieti di manifestare come strumenti di appiattimento di ogni senso critico e procedere alla gestione di una profonda crisi proprio delle strutture capitaliste e procedere così a liberarsi di quanti lavoratori e operai costituivano in di più nei processi di produzione e lavoro di sfruttamento.
La gestione della pandemia non è stata altro che la funzionalizzazione di apparati statali alla tendenza alla guerra con la messa in campo di strategie di divisioni e contrapposizioni tra proletari e nello stesso movimento proprio in previsione di un conflitto armato da scatenare in Europa. Guerra che non può essere attuata se non annichilendo ogni voce che ad essa si contrappone e mettendo in campo le peggiori ideologie guerrafondaie, di mistificazione e quant’altro rientra nelle pratiche della propaganda di guerra, appunto, anche sul fronte interno!
È in questo quadro, solo accennato, che va letta la repressione di ogni soggetto e organizzazione.
Le rinnovate accuse di associazione a delinquere verso quanti lottano per un lavoro e una vita dignitosa, la montatura del ritrovamento di un’arma (nel cesso!) nella sede di un sindacato di base e così via, fino alla repressione delle lotte fuori i cancelli delle fabbriche e dei depositi della logistica dove si attuano modelli di lavoro neo schiavistico e dove, durante iniziative di lotta, sono stati uccisi dai crumiri due operai.

RILANCIARE LA LOTTA CONTRO IL 41BIS
SOLIDARIETA’ A TUTI I PRIGIONIERI E LE PRIGIONIERE RIVOLUZIONARI

PROPONIAMO UN DIBATTITO CITTADINO CONTRO CARCERE E REPRESSIONE DA TENERSI QUANTO PRIMA