Combattere il fascismo di stato e padronale. Massima solidarietà ai lavoratori Si Cobas Bologna

Il comunicato dello Slai Cobas s.c.

la nuova inchiesta nei confronti del SI Cobas a Bologna in cui la lotta sindacale dura viene equiparata a una ‘estorsione ‘ ai danni delle cooperative del bolognese appartiene a un tipo di criminalizzazione delle organizzazioni sindacali non nuova che in generale sono cadute nel vuoto, per la loro sostanziale inconsistenza .. dato che è pratica normale del sindacalismo classista e combattivo di richiedere salari, lavoro, diritti dei lavoratori minacciando altrimenti forme di lotta dura necessarie a ottenere gli obiettivi ..  non è la prima volta  che avviene e varie organizzazioni sindacali di base e classiste sono stati oggetto negli anni di  questo tipo di criminalizzazione ..Proprio per questo è un attacco al diritto di sciopero e alla libertà sindacale alla pratica delle lotte dei lavoratori di tutti – naturalmente oggi avviene verso il SI COBAS in un’area in cui i lavoratori organizzati da questo sindacato hanno condotto lotte dure e sono stati spesso oggetto di repressione e criminalizzazione

e’ necessaria la massima solidarietà contro questa operazione repressiva e giudiziaria che come altre prima di essa non deve passare – è fascismo padronale e di stato ed è quindi anche un’attacco politico che domanda una solidarietà che vada oltre i confini del sindacalismo classista e combattivo

certo l’esistenza del patto d’azione per un fronte unico di classe avrebbe aiutato questa battaglia, come è stato in occasione della repressione a Piacenza-

la strada del fronte unico di classe va percorsa comunque ed è questa una altra occasione per riprenderla e elevarla

slai cobas per il sindacato di classe

coordinamento nazionale

Comunicato Si Cobas
ENNESIMA INCHIESTA CONTRO IL SI COBAS!
Domani il Si Cobas si troverà protagonista della cronaca della città di Bologna, con una notizia che deflagherà come l’innesco di una bomba.
L’ipotesi è quella associativa, per il compimento di atti estorsivi nei confronti di aziende e di corruzione tra privati.
L’inchiesta, da quanto comunicatoci dai nostri legali, parte dalle dichiarazioni di un soggetto (il caporale di Castello d’Argile, filmato mentre costringeva i lavoratori a restituire una parte della retribuzione dai lavoratori pachistani, costretti a lavorare fino a 12 ore all’interno di un capannone e alloggiati dallo stesso caporale in un casolare diroccato privo di servizi igienici) denunciato dal SI Cobas nell’agosto del 2018 e successivamente arrestato per tali fatti.
Dalle dichiarazioni di tale soggetto, peraltro rese mentre si trovava in stato di arresto per tali ragioni, partono le richieste di intercettazione telefonica e telematica che tracciano l’attività di un paio di sindacalisti per due anni.
Il fondamento dell’inchiesta è dunque costruito su deposizioni di caporali e altri soggetti denunciati dal Si Cobas e su intercettazioni telefoniche, allo stato solo parzialmente oggetto di trascrizione.
Tali elementi vengono tradotti in una fantasiosa ipotesi associativa a delinquere (cioè il SI Cobas…), ed in una serie di attività definite estorsive, costituite principalmente da scioperi e picchetti nel settore Logistico.
Allo stato attuale non vogliamo e non possiamo dire di più, in quanto non abbiamo minimamente contezza del contenuto integrale di questa inchiesta, ma in base a quanto emerge attualmente denunciamo l’ennesimo tentativo di ridurre al silenzio un sindacato, al quale, nonostante gli oltre 50.000 iscritti a livello nazionale e gli oltre 5000 iscritti nella sola città di Bologna, non si riconoscono i diritti e le agibilità sindacali perchè non firmatario del T.U. sulla rappresentnza, che chi si occupa di diritto sindacale ben conosce nei limiti che pone all’azione dei sindacati di base.
Vogliamo solo dire che da sempre siamo oggetto di interventi repressivi da parte della magistratura, anche con arresti culminati in quello del Coordinatore Nazionale Aldo Milani, poi assolto dal reato di estrorsione, oltre che di decine e decine di processi per violenza privata (scioperi), dai quali i sindacalisti ed i lavoratori sono stati sempre assolti.
Il SI Cobas dunque si riserva di esprimere una posizione più articolata nel merito non appena sarà possibile visionare gli atti, e non appena possibile sarà pienamente a disposizione per chiarire a tutti l’intera vicenda con la trasparenza che ci ha sempre contraddistinto, riservandosi altresì di valutare eventuali condotte personali difformi dai principi e dai valori che da sempre hanno contraddistinto il nostro sindacato.

SI Cobas Bologna, 23 marzo