Domenica 26 settembre, infine la festa per Paola. Combattente comunista rivoluzionaria, ha conosciuto il carcere anche direttamente, sempre al fianco dei prigionieri politici

Da Fondazione La Rossa Primavera

Domenica 26 settembre, infine la Festa per Paola, voluta da Paola. Una giornata eccezionale, di partecipazione commossa delle tante/i compagne/i e persone di altri ambiti che hanno potuto vivere, in qualche modo, un tratto di strada , esperienze con lei. Gli stessi gruppi musicali e teatrali hanno riportato nei loro pezzi, nei loro commenti, tutta l’intensità di aspetti e sfumature di un rapporto e delle tematiche affrontate insieme. Perché certo un tratto caratteristico di Paola è stata l’apertura, la capacità di relazionarsi e interagire con ambienti e questioni anche molto diverse. I suoi stessi interessi culturali spaziavano ampiamente fra passato (pure remoto) e presente, fra realtà sociali diverse, comunque appartenenti al lato dell’oppressione di classe. Ma il tutto nella forte convinzione delle potenzialità trasformative, rivoluzionarie, insite nelle lezioni del passato e nelle sofferenze del presente. Perché certo la vita di Paola si è snodata su un filo rosso ben preciso e saldo, la determinazione, la militanza rivoluzionaria. Ha attraversato i decenni più difficili schierandosi contro l’accettazione delle sconfitte, la resa, il riflusso nel campo istituzionale, quando queste dilagavano all’interno dei movimenti. Ha mantenuto saldo il rapporto con gli ambiti politici più coerenti, e difficili da praticare, con i compagni/e che cercavano di ritessere percorsi e organizzazione conseguenti. Perciò proprio le sue ultime opere sono incentrate su questi soggetti e il lavoro di memoria che se ne è avviato ha trovato il suo sbocco anche nella nostra Rossa Primavera. Ma non solo, è stata ancora partecipazione alla progettualità politica per il futuro, alla ricerca dei passi necessari per avanzare di nuovo verso “il sol dell’avvenir”. Ecco, questa sua ammirevole determinazione, nutrita da un profondo amore per la vita, per l’umanità, è stata la sua arma nella sua battaglia contro il cancro, nel suo “Vivere la tempesta”. Come ha voluto, nonostante le grandi sofferenze, è morta in piedi! Lottando! Perché “la vita è lotta”e (con Frida Khalo) “Devo lottare con tutte con tutte le mie forze affinché quel poco di positivo che la salute mi consente di fare sia nella direzione di contribuire alla rivoluzione. La sola vera ragione per vivere.”
Grazie Paola, le tante compagne e compagni felici di aver vissuto e lottato insieme a te.
Ciao bella, ciao

Ciao bella, ciao. Una bandiera rossa per la nostra partigiana