Presidio No Tav per la visita della ministra: “Su di noi sperimentano la repressione di tutte le altre lotte”

TORINO. «No Tav fino all’ultima battaglia, No Tav fino all’ultima bottiglia» è scritto sullo striscione dei No Tav in centro oggi a Torino per contestare la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Il presidio, in via Viotti, mentre in Prefettura è in corso un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica alla presenza della ministra e del capo della polizia Lamberto Giannini sulla situazione in Valle di Susa, al cantiere Tav, dopo i violenti scontri delle scorse settimane.

Dal presidio chiedono «di parlare con la ministra Lamorgese e il capo della polizia. È un’opera inutile».

Tra i manifestanti alcuni volti storici del Movimento No Tav come Nicoletta Dosio e Guido Fissore. «Quello che sperimentano da noi, lo sperimenteranno su tutte le lotte sociali del Paese» dicono in risposta alle richieste dei sindacati di polizia di interventi più incisivi e nuove strategie contro l’ala violenta del Movimento.

«Sulla statale 25 abbiamo un fortino, cosa dobbiamo fare se non difenderci da questa intrusione? La Tav non sarà un mero problema di ordine pubblico. Ministro faccia rimuovere la polizia da un cantiere che è vuoto» dichiara Loredana Bellone, ex sindaco di San Didero.

Poi parte il coro: «I popoli in rivolta riscrivono la storia, No Tav fino alla vittoria». I manifestanti hanno cartelli con le foto di alcuni attivisti raggiunti da misura cautelare a seguito degli scontri in Valle di Susa e di Giovanna Saraceno, 36 anni, esponente del centro sociale pisano “Newroz”, che ad aprile aveva denunciato di essere stata colpita al volto da un lacrimogeno sparato dalla polizia, mentre partecipava a un attacco al cantiere di San Didero bersagliato da pietre e bombe carta. Una consulenza medica della Procura ha escluso il lacrimogeno come causa delle lesioni.  Il consulente, il Dottor Testi, è consulente di fiducia del PM anti-notav Antonio Rinaudo.