Alla vigilia del 14 aprile, quando il Tribunale di Sorveglianza di Torino deciderà sulle sorti di Dana, questa notte a San Didero sono arrivati più di 1000 agenti delle forze dell’ordine per occupare la zona interessata ai lavori per la costruzione del nuovo autoporto.
Le truppe d’occupazione, con la loro solita “discrezione”, si sono fatti largo tra i tanti manifestanti accorsi in difesa del territorio, lanciando lacrimogeni ad altezza uomo e, nonostante alcuni feriti tra i No Tav, i resistenti si sono poi recati verso il Presidio ex- Autoporto per trovare riparo e ricompattarsi nella lotta.
Senza nessuna vergogna, con l’Italia che urla alle terapie intensive e un Governo che non si preoccupa della salute e della tutela dei suoi cittadini, ormai anche in grave crisi economica e sociale, lo Stato sostiene Telt nell’avanzamento di quest’opera scellerata ed ecocida.
Una manciata di operai, difesi dalle forze di Polizia in tenuta antisommossa, infatti, sono lentamente avanzati nei lavori di distruzione di un nuovo pezzo del territorio Valsusino.
A seguito di una partecipata assemblea indetta per le 18, un corteo di oltre 500 No Tav è partito dal piazzale del Polivalente di San Didero
I No Tav si sono diretti, lungo la statale, con l’intento di raggiungere il presidio Ex-Autoporto di San Didero, dove alcuni resistono ancora sul tetto.
Le forze dell’ordine hanno quindi caricato i manifesti e utilizzato l’idrante, oltre un fitto lancio di lacrimogeni. Peccato che questi ultimi siano tornati al mittente visto che il vento della Valsusa soffia contro chi cerca di distruggere il territorio. Come sempre la natura è
#notav.
Adesso statale e ferrovia sono bloccati dai No TAV che resistono.
La giornata prosegue!
A sarà düra, si, ma per loro!
Avanti No Tav!
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