Sono quelli che hanno scelto il rito abbreviato, altri cinque saranno in dibattimento nel processo a maggio. L’associazione Antigone ricorda che Salvini quando era ministro, andò a portare solidarietà ai poliziotti: “Adesso chieda scusa”
17 Febbraio, 2021
Condannati per tortura e lesioni aggravate dieci agenti della penitenziaria in servizio, nell’ottobre del 2018, nel carcere di San Gimignano (Siena): le pene vanno da 2 anni e 3 mesi a 2 anni e 8 mesi. Questa la sentenza del gup di Siena Jacopo Rocchi dopo quasi 3 ore di camera di consiglio. I 10 agenti, con i legali Manfredi Biotti e Stefano Cipriani, avevano scelto la strada del rito abbreviato dopo essere stati accusati del pestaggio di un detenuto tunisino (incarcere per reati legati alla droga) durante un trasferimento coatto di cella avvenuto a ottobre 2018. Il pm Valentina Magnini aveva chiesto condanne a 3 anni per 8 agenti, 2 per un altro e 22 mesi per il decimo imputato. Lacrime e silenzi alla lettura della sentenza.
Nell’inchiesta della procura di Siena erano in tutto 15 i poliziotti della penitenziaria a vario titolo indagati: per cinque c’è il rinvio a dibattimento che si terrà il prossimo 18 maggio. Il giudice ha anche stabilito che la vittima dovrà essere risarcita con 80mila euro mentre l’associazione L’Altro Diritto (che ha seguito da subito la vicenda), in qualità di garante comunale per i diritti delle persone in detenzione riceverà cinquemila euro.
Erano andati a prenderlo in quindici per trasferirlo da una cella all’altra del carcere di San Gimignano: agenti e ispettori di polizia penitenziaria. Indossavano tutti i guanti. Era il pomeriggio dell’11 ottobre 2018. Lui, un cittadino tunisino di 31 anni, pensava di andare a fare la doccia, aveva le ciabatte ai piedi e un asciugamano al braccio. Invece è stato trascinato per il corridoio del reparto isolamento, picchiato con pugni e calci. “Gli hanno abbassato i pantaloni”, lui “è caduto” e hanno continuato a picchiarlo. “Sentivo le urla” racconta un detenuto, “poi lo hanno lasciato svenuto” in un’altra cella. Nell’ordinanza si parla di “trattamento inumano e degradante”, di “violenza” e “crudeltà”. Quindici guardie, agenti, ispettori e assistenti sono indagati dalla procura di Siena per il reato di tortura.
È stato uno dei primi casi contestati da che il reato è entrato in vigore due anni fa, il primo che riguarda pubblici ufficiali. Quattro sono i poliziotti sospesi dal servizio per quattro mesi secondo quanto disposto dal gip Valentino Grimaldi. La pm, Valentina Magnini aveva chiesto anche gli arresti domiciliari che invece non erano stati concessi.