Da Osservatorio Repressione
Hanno cantato tre volte ‘Bella Ciao’. Ora per quei cori 25 manifestanti, accusati di aver dato vita ad una manifestazione non autorizzata, rischiano la condanna.
Il contesto è quello del presidio dell’agosto 2017 di Forza Nuova, a Carpi. I militanti, una cinquantina, stavano protestando in via Marx contro l’arrivo, nella città dei Pio, di una ventina di profughi. Poco dopo alcuni gruppi antifascisti si erano ‘staccati’ dalla contromanifestazione organizzata in contemporanea in piazza Martiri per ‘assistere’ alla protesta.
Il 5 febbraio si è tenuta l’udienza che è stata sospesa dopo che una delle teste si è ‘trasformata’ in indagata dopo aver ammesso di aver cantato con gli altri ‘Bella Ciao’.
«Una sentenza di condanna basata su quella interpretazione, peraltro già dichiarata illegittima, sarebbe un precedente agghiacciante per Modena, soprattutto se emessa due giorni prima del 25 aprile». Carpi Antifascista difende strenuamente i 26 imputati per i fatti avvenuti il 4 agosto 2017: in quella data Forza Nuova manifestò sotto la palazzina di via Marx che di lì a poco avrebbe ospitato dei migranti. «Una presenza estranea che, nella città medaglia d’oro al merito civile per i sacrifici della popolazione durante la Lotta di Liberazione, ah subito attivato una risposta chiara e forte», dicono gli antifascisti che quella sera in via Marx portarono il proprio dissenso.
Il “precedente agghiacciante” cui si riferiscono potrebbe essere la sentenza che verrà emessa il 23 aprile: durante l’udienza del 5 febbraio, una ventina di testimoni della difesa ha riportato i fatti accaduti quella sera, «sostenendo l’inequivocabile spontaneità della presenza antifascista e, venuta così a cadere l’accusa che intendeva indicare i 26 imputati come organizzatori del raggruppamento non autorizzato, l’oggetto d’accusa si è spostato al comma 3 dell’articolo 18 del Tulps (testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), che prevede come “con le stesse pene sono puniti coloro che nelle predette riunioni prendono parola”.
Dalle parole alle canzoni è un attimo». Ed ecco il passaggio che porta al canto di “Bella ciao”, intonata dagli antifascisti. Punire qualcuno sulla base dei canti sarebbe «un pericoloso precedente che andrebbe a minare la libertà di dissentire, anche pacificamente, di fronte a becere manifestazioni d’odio razziale e xenofobo inscenate da gruppi o partiti dichiaratamente neofascisti», sostiene Carpi Antifascista, stringendosi ai 26 imputati.