Una vita vale una vita, AMNISTIA /INDULTO SUBITO maledetti assassini!

Incremento del 600% di casi Covid nelle carceri italiane
Continua l’incremento dei contagi tra detenuti e personale nelle carceri italiane (come confermato anche dall’OSAPP, il sindacato di polizia penitenziaria) fino al 600% in due settimane. Contemporaneamente sono aumentati anche gli ingressi: 1.200 in più da fine Luglio per un totale di 54.869 persone. Molti esperti delle realtà penitenziarie da Febbraio consigliavano d iridurre sensibilmente il sovraffollamento sostituendo la misura detentiva con alternative domiciliari o ospedaliere specialmente per soggetti con patologie.
Il governo e il parlamento non hanno dato alcun peso o importanza a queste indicazioni.
La seconda ondata è arrivata ed è del tutto evidente che la diffusione del virus all’interno delle carceri rischia di assumere dimensioni catastrofiche.
Una situazione insostenibile per la popolazione carceraria, che, dopo le rivolte dei mesi primaverili, ha ripreso a farsi sentire con battiture avvenute nelle carceri di #Salerno, #Poggioreale, #Secondigliano, Ariano Irpino, #Torino, #Trento e #Novara; e scioperi tra Larino, #Viterbo e Santa Maria Capua Vetere.
La riduzione del numero delle persone in carcere, come accaduto già in altri paesi europei, è una necessità improrogabile in questi mesi così complicati.
Fuori 1mt di distanza, dentro 10 in una stanza. #Amnistia e #indulto subito!

Una vita vale una vita
Il virus è entrato con violenza nelle nostre carceri. Perfino al 41 bis, luogo di assoluto isolamento. Il sistema non ha retto. Il sovraffollamento endemico dei nostri istituti di pena li rende bombe epidemiologiche in cui è impossibile proteggersi. Destano grave preoccupazione anche le condizioni psicologiche delle persone ristrette ormai da febbraio costrette ad una situazione di sostanziale interruzione degli affetti e delle opportunità trattamentali. Le rivolte, stigmatizzate per la loro violenza e che hanno condotto in circostanze ancora non del tutto chiarite alla morte di 13 persone detenute, devono essere valutate anche quale esplosione patologica di una inevitabile disperazione. Occorrono rimedi efficaci e urgentissimi. Quelli proposti dal governo non possono risolvere, come non l’hanno fatto nella precedente ondata pandemica, un dramma crescente. Il Parlamento approvi amnistia e indulto; provvedimenti non solo clemenziali ma, da sempre, strumento dello Stato di deflazione di una giustizia al collasso per mancanza di risorse umane ed economiche. Oggi come mai risultano doverosi e non procrastinabili per evitare che nelle carceri il contagio si propaghi inarrestabile. Si stabilisca la detenzione domiciliare per tutte le pene inferiori ai due anni senza esclusione alcuna. Quando lo spirito della norma è la tutela della salute non è ammessa differenziazione tra ‘buoni’ e ‘cattivi’. Si obblighi il giudice di cognizione ad una valutazione rafforzata che contempli il carcere davvero come extrema ratio. Si renda operativa la liberazione anticipata speciale di 75 giorni anziché 45 ogni semestre già contenuta in una proposta di legge (A.C. 2650) presentata a settembre alla Camera, poi tradotta in emendamento al dl ‘Ristori 1’. Si agisca, subito, ché se uno non vale uno, una vita vale una vita.