Covid e carcere, ancora un decesso e aumenta in maniera esponenziale il numero dei contagi fra i detenuti. Liberatel* e in fretta!

Un detenuto del carcere di Alessandria, 71 anni e con patologie pregresse, è stato stroncato dal coronavirus.

“Nelle ultime settimane c’è stato un netto aumento di casi di Coronavirus nelle carceri italiane. Gli ultimi dati forniti dall’Amministrazione Penitenziaria ci dicono che sono positivi al virus 232 poliziotti penitenziari e 215 detenuti, quasi tutti seguiti e gestiti internamente agli istituti. Ventotto, invece, sono i positivi tra i dipendenti civili, appartenenti cioè alle Funzioni centrali. Particolare preoccupazione è quella riferita al focolaio concentrato nel carcere di Larino, in provincia di Campobasso, con 19 detenuti ad Alta sicurezza positivi al Covid-19, tenuto conto che il personale di Polizia Penitenziaria lamenta una dotazione insufficienti di Dispostivi di protezione individuale”. E’ quanto dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, che aggiunge: “La promiscuità nelle celle può favorire la diffusione delle malattie, specie quelle infettive. E’ indispensabile monitorare costantemente la questione e predisporre ogni utile intervento a tutela dei poliziotti e degli altri operatori penitenziari”.

E in 41 bis? Lì dove la promiscuità non esiste? Lì dove i detenuti sono tenuti all’oscuro di tutto, e intombati vivi?

Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia, ebbe a dire, purtroppo non solo lui: “Non si comprende il timore virus per detenuti in 41bis”. E per gli agenti che ci lavorano?

A L’Aquila su 166 detenuti in 41 bis, delle cui condizioni non si sa nulla, ci sono 156 poliziotti penitenziari, di cui 8 positivi al virus più un’addetta mensa, anch’essa positiva, e si corre il rischio di un vero e proprio focolaio.

Lo comprende adesso il procuratore nazionale antimafia il rischio che anche i prigionieri in 41 possono contrarre il virus, visto che i loro potenziali untori sono proprio le guardie?

La curva epidemiologica è in continua e costante crescita in tutto il Paese, con ripercussioni su diversi carceri che, come le RSA, per la loro vulnerabilità logistica e di utenza, rischiano di diventare dei veri e propri focolai, ma “sotto stretto controllo” come a Terni, con 3 infermieri a turno per oltre 500 detenuti di cui almeno 68 positivi, Livorno, Larino e adesso Alessandria, con 26 detenuti positivi

Mentre la situazione contagi in carcere diventa sempre più allarmante, continua la criminale gestione delle carceri, come i nuovi ingressi e i trasferimenti.