Picchettaggio davanti all’azienda, operai e sindacalista a processo
Bloccarono i Tir davanti alla Safim di None: sono accusati di violenza privata (e uno di lesioni)
Per un picchettaggio davanti alla Safim di None, azienda che si occupa dello stoccaggio di derrate alimentari per i supermercati, 28 operai e un delegato sindacale dello «Si Cobas» sono stati rinviati a giudizio: gli imputati sono accusati di violenza privata, «per aver bloccato la circolazione stradale, impedendo il transito ai mezzi pesanti in entrate e in uscita dallo stabilimento». Una manifestazione — «non formalmente preannunciata» — innescata da alcuni licenziamenti, che infiammò la protesta per tre giorni a fine ottobre 2015 e un paio a marzo 2016. Secondo le indagini della Digos, coordinate dall’allora pubblico ministero Andrea Padalino (poi il fascicolo passò al pm Roberto Sparagna), gli operai minacciarono gli autisti dei camion, insultandoli e, in alcuni casi, danneggiando gli specchietti retrovisori. In un caso, un autista fu aggredito e, per questo, un operaio andrà a processo anche per l’accusa di lesioni, all’epoca giudicate guaribili in 7 giorni. I lavoratori — gran parte dei quali difesi dagli avvocati Gianluca Vitale e Giulio Calosso — sono tutti egiziani, tranne uno, nato in Tunisia.
I sindacati di base: «Recessione della democrazia»
«Siamo in una fase di grande recessione della democrazia», commenta Francesco Latorraca, il delegato del «Si Cobas» rinviato a giudizio. «Quella fu una protesta iniziata dopo licenziamenti, poi giudicati antisindacali — aggiunge — ma ormai qualsiasi forma di dissenso è ostacolata. Noi ci presentiamo con un paio di bandiere e ci ritroviamo i blindati delle forze dell’ordine». Gli operai, all’epoca, protestavano anche per condizioni di lavoro e salario, mentre sullo sfondo c’era pure una ruvida polemica tra i sindacati di base e la Cisl. Prima dell’udienza preliminare, una quindicina di lavoratori avevano risarcito l’azienda con un contributo simbolico di un euro, ottenendo il ritiro della costituzione di parte civile: eppure, ieri mattina (7 luglio), il giudice ha mandato a processo anche loro. Prima udienza il 14 dicembre, con presumibili (e prevedibili) orizzonti di prescrizione.