Nella casa occupata di via Panezza all’arrivo delle forze dell’ordine c’erano sette persone che saranno denunciate per occupazione abusiva.
Da osservatorio repressione
E’ scattato intorno alle 6.00 di questa mattina, lunedi 3 ottobre, il blitz per lo sgombero del centro sociale Edera Squat. Le camionette della polizia si sono presentate ancor prima che sorgesse il sole in zona Lucento. Non è chiaro al momento quante persone ci siano all’interno del centro sociale di via Pianezza. Sui social è subito scattato il tam tam sui vari profili autonomi, con inviti ad accorrere in zona per contrastare lo sgombero.
Uno spazio di socialità e aggregazione in un quartiere completamente dimenticato dalle amministrazioni cittadine, Vallette infatti funge soltanto da pass partout quando la stampa deve parlare del disagio e della povertà in stampo pietistico. L’ Edera ha organizzato momenti in quartiere per bambini e famiglie, incontri ed eventi musicali, sportivi e cineforum in piazza, è stato un luogo di scambio e confronto, un punto di riferimento per chi abita in territori di cui nessuno si cura.
Questo sgombero si inserisce in un clima che ormai da anni vede i movimenti sociali in città sotto attacco da parte delle istituzioni. Torino è una città piena di contraddizioni, la metropoli più povera del Nord Italia, dove tra il centro e la periferia le speranze di vita diminuiscono di 5 anni. E’ evidentemente una città sofferente dove le questioni sociali vengono sempre più gestite come problemi di ordine pubblico e le esperienze che provano a costruire alternative vengono costantemente poste sotto attacco.
Con lo sgombero dell’Edera prendono corpo le minacce mosse la scorsa estate dal Comune di cancellare gli spazi occupati e i centri sociali dal tessuto sociale torinese.
Queste scelte politiche e poliziesche evidenziano la totale cecità e incapacità di previsione delle amministrazioni di fronte a una città sempre più invivibile, vuota e in cui “la sicurezza” viene portata come vessillo per ogni problema. Forse una migliore gestione delle risorse, un’attenzione maggiore per i bisogni dei giovani, dare priorità ai servizi essenziali rendendoli efficienti e accessibili potrebbero essere alcune idee…
Ma invece a chi amministra interessa soltanto continuare a guadagnare sul debito di questa città, mandare in galera ragazzini e sgomberare spazi di possibilità e libertà.
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