Il 18 maggio 2022 al Tribunale di L’Aquila, si terrà l’udienza, con giudizio immediato, nei confronti di 31 attiviste e attivisti raggiunti da un decreto penale di condanna, per aver manifestato, il 24 novembre 2017, contro la tortura del 41 bis e l’accanimento vessatorio dell’amministrazione penitenziaria nei confronti della prigioniera politica Nadia Lioce.
Quel giorno infatti si teneva la terza udienza di un processo alla detenuta, accusata di aver turbato la quiete di un carcere che l’ha sepolta viva, attraverso una serie di “battiture” delle sbarre con una bottiglietta di plastica.
La protesta della Lioce ebbe luogo da marzo a settembre 2015, in seguito alla sottrazione di documenti e atti giudiziari dalla sua cella, e si interruppe quando questi le vennero restituiti. Oltre a comminarle una settantina di provvedimenti disciplinari, fu trascinata a processo per essersi opposta a un decreto penale di condanna con cui si pretendeva il risarcimento dei “danni” arrecati al blindo da una bottiglietta di plastica.
Quel processo, e la mobilitazione conseguente, scoperchiarono un vero e proprio vaso di Pandora, da cui fuoriuscirono prepotentemente tutti i mali del regime speciale. Un regime che vieta l’uso della parola, lo studio, la lettura, la scrittura, il confronto con gli altri, cosicché lo stesso reato per cui Nadia Lioce veniva perseguita si configurava come un reato impossibile. E infatti fu assolta.
Ma Nadia Lioce è ancora in 41 bis e chi aveva protestato contro un regime indegno di uno stato di diritto, viene oggi trascinato a processo, sulla base di una legge fascista e politica (art. 18 comma V del RD del 18 giugno 1931), come politico è il silenzio assordante sulle torture e i massacri nelle carceri, usate come vere e proprie discariche sociali e soprattutto come deterrente delle lotte sociali.
Per questo anche il nostro processo sarà un processo politico, e in occasione dell’inizio dell’udienza, invitiamo tutte e tutti a partecipare alla conferenza stampa al Bistrò L’altra Elodia, di fronte al Tribunale dell’Aquila, il 18 maggio alle ore 10:00, per riprendere la parola e la critica contro un sistema politico che fa della repressione poliziesca e della barbarie del carcere, gli strumenti principali per il controllo sociale.
Nodo aquilano del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario e del Soccorso rosso proletario