Dopo mesi di tergiversazioni sono state approvate ieri notte dal governo giallorosa le modifiche ai decreti sicurezza.
Le modifiche prevedono il ripristino del permesso umanitario chiamato “permesso speciale” e del sistema di accoglienza diffuso Sprar per tutti i richiedenti asilo e non solo per rifugiati e minori e sono ridotti i tempi di trattenimento nei centri per il rimpatrio da 180 a 90 giorni. Mentre rimangono in piedi le multe per le navi ong, che però sono diminuite. La violazione del divieto di ingresso inoltre diventa penale e non più amministrativo, quindi dovrà entrare in gioco una procura e un tribunale e non solo il ministero dell’interno. I tempi per la cittadinanza passano dai quattro anni previsti dall’attuale decreto a tre anni. Ma le norme su “immigrazione, sicurezza e accoglienza” prevedono anche in base nuovo decreto anche l’arresto immediato e direttissima per chi arrechi danni a un centro di permanenza e rimpatrio, insomma per chi migrante si rivolta dentro il suo lager.
Rimane intatto, invece, tutto l’impianto sulla repressione e criminalizzazione delle lotte sociali. Rimangono immutate le pene vergognose contro il blocco stradale (fino a 6 anni) strumento utilizzato in qualsiasi scenario di conflitto sul lavoro e vertenza territoriale e studiate appositamente per opporsi alle lotte della logistica e all’opposizione al Tav. Immutate anche le norme più restrittive per chi porta in piazza strumenti difensivi come caschi e scudi o per chi effettua dei “lanci” (per esempio di vernice o materiale pirotecnico) che non vanno a colpire nessuno.
Si è aggiunto, inoltre, su proposta del ministro della Giustizia Bonafede e dell’Interno Lamorgese la possibilità per i questori di disporre il Daspo dai locali pubblici per chiunque sia stato denunciato o condannato per atti di violenza all’esterno di un locale pubblico. Inasprite anche le pene per chi partecipa a una rissa , facendo salire la multa da 309 a 2.000 euro e la reclusione – se qualcuno resta ferito o ucciso -da un minimo di sei mesi a un massimo di sei anni. Per chi non rispetta il Daspo è prevista la reclusione fino a due anno e una multa fino a 20.000 euro. Altra novità riguarda il Daspo per chiunque sia stato denunciato o condannato perché sorpreso a spacciare davanti a scuole, università negozi o locali e l’istituzione di un elenco dei siti utilizzati sempre per lo spaccio.
C’è anche un inasprimento della pena per chi favorisce i detenuti sottoposti al regime di 41 bis. L’emendamento, proposto dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, prevede pene più severe per chi agevola, in qualsivoglia modo, il detenuto al 41bis: si passa da 1 a 4 anni al da 2 a 6 anni. Nei casi di ipotesi aggravata, ovvero se il reato è commesso da un pubblico ufficiale, un incaricato di pubblico servizio o da chi esercita la professione forense, il reato da 2 a 5 passa da 3 a 7 anni. Si stabilisce, inoltre un rafforzamento delle sanzioni applicate in caso di comunicazioni dei detenuti al carcere duro e si prevede una nuova fattispecie di reato che sanziona chi introduce o detiene all’interno di istituti penitenziari telefoni cellulari o dispositivi mobili di comunicazioni.
Non è quindi vero che il nuovo decreto sicurezza rappresenti un reale superamento dei decreti Salvini, neanche sulla questione immigrazione.
Per l’avvocato Salvatore Fachile dell’Asgi, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione: “Il decreto Lamorgese reintroduce la protezione umanitaria e d’altra parte allo stesso tempo ripassa allo Sprar quindi ad un sistema di accoglienza più strutturata ( pur sempre teorica perchè nella pratica non ci sono posti) la competenza sull’accoglienza dei richiedenti asilo: quindi riporta queste due questioni ad un sistema che è precedente al Decreto Salvini; viceversa non tocca, anzi peggiora, la condizione complessiva di detenzione dei richiedenti asilo e le procedure accelerate per valutare le loro domande, a cui è sottoposto il richiedente che arriva, ledendo le garanzie ed il diritto d’asilo“.
Inoltre, per l’avvocato dell’Asgi, il nuovo decreto lascia sostanzialmente inalterato l’attacco alle ONG che si interessano del soccorso dei migranti.
L’analisi critica ai microfoni di Radio Onda d’Urto dell’avvocato Salvatore Fachile dell’Asgi Ascolta o scarica