Non sono bastate le prescrizioni inutili imposte ai presidi nazionali a L’Aquila per Anan, Ali e Mansour del 21/11 e del 19/12 a scoraggiare la solidarietà, centinaia di persone hanno partecipato all’ultima udienza in cui era prevista la sentenza. Ora la Digos dell’Aquila ci riprova, a quasi un mese dalla sentenza, con un articolo a firma di Marcello Ianni sul Messaggero d’Abruzzo del 22 dicembre, nel tentativo di creare un immaginario collettivo volto a criminalizzare la resistenza del popolo palestinese e a spargere un clima di paura e tensione verso le persone solidali.
L’articolo in questione si apre con il seguente titolo: “Irruzione ProPal al supermercato, indagata un’aquilana di 61anni”, seguito dalla scritta in grassetto: “Per il pm Roberta D’Avolio disposta la scorta” e sotto la scritta in evidenza: “Processo ai tre palestinesi accusati di terrorismo – scorta per il pm D’Avolio e per Gargarelli presidente del collegio”.
Considerando che la maggior parte dei “lettori” si ferma oggi ai titoli e sottotitoli dei giornali, la conseguenza logica di un siffatto articolo è da un lato il tentativo di gettare ancora fango sui ProPal, dall’altro la loro intimidazione, posto che non è l’iscrizione nel registro degli indagati di una di loro la “notizia”. Se lo fosse, avrebbe dovuto essere pubblicata per tempo, dato che la chiusura delle indagini preliminari per il flash mob del 25 aprile al Carrefour è stata comunicata a L.D.B. per lo meno l’8 ottobre.
In quella stessa data L.D.B. veniva anche informata dell’archiviazione di parte delle querele da lei sporte per diffamazione nei confronti di un giornalista filo-sionista e di vari consiglieri comunali di centrodestra e di centrosinistra. A questa archiviazione L.D.B. ha fatto opposizione, ma delle denunce-querele nell’articolo del messaggero non si parla, anche se si riportano testualmente brevi stralci delle stesse.
Un’altra ipotesi circa il tempismo di questa “informazione” potrebbe essere quella di far dimenticare ai lettori di quando si è strillato ai 10 propal denunciati per l’azione del 25 aprile a L’Aquila, ed ora, rimasti con una sola e tre palestinesi sotto processo con l’accusa insussistente di terrorismo e in attesa di sentenza, quale occasione migliore per rilanciare il terrorismo mediatico nei confronti della solidarietà alla resistenza palestinese?
Da quando è iniziato il calvario giudiziario per Anan, Ali e Mansour, ogni presidio di solidarietà sotto il Tribunale è stato organizzato da L.D.B., ma nei presidi dove era attesa la maggiore partecipazione sono state fatte delle prescrizioni inutili, il cui unico senso era infastidire, se non addirittura intimidire, l’organizzatrice. Ed ora, “sempre restando in tema della Palestina”, si accosta a L.D.B. e ai tre palestinesi, la scorta alla D’Avolio e a Gargarella, nell’ansia di costruire un ulteriore teorema che giustifichi un’eventuale sentenza di condanna il 16 gennaio e criminalizzi la solidarietà. Ma sappiano, gli inquisitori, che l’unica cosa che hanno da temere è che emerga la verità, anche se a questo punto un dubbio torna ad affiorare testardo, anzi più di uno:
Sarà una sentenza di condanna già decisa? E da chi?
Avrete il coraggio di emetterla a nome di Israele o userete ancora il popolo italiano per condannare il popolo palestinese?
Sappiate in ogni caso che la solidarietà proletaria e popolare, che a voi fa così paura, sconfiggerà l’isolamento, le vostre sporche guerre e vincerà sull’ingiustizia e la morte su cui si fonda questo putrido sistema capitalista. Perché dove c’è ingiustizia la Resistenza è un dovere, e dove c’è Resistenza c’è solidarietà.
La solidarietà è la nostra scorta
Il 16 gennaio alle ore 9:30, tutte e tutti al tribunale dell’Aquila
L.D.B. per il soccorso rosso proletario