Processo alla Resistenza palestinese: udienze rinviate a settembre

L’udienza del 10 giugno è stata annullata e riprenderà venerdì 19 e venerdì 26 settembre, al Tribunale dell’Aquila, il processo ad Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Mansour Doghmosh.
“Siamo ormai agli sgoccioli dell’istruttoria dibattimentale”, ha dichiarato l’avvocato Flavio Rossi Albertini, al termine dell’udienza del 9. In aula è stato ascoltato l’unico consulente tecnico ammesso dalla Corte: Simone Sibilio, docente di Lingua e letteratura araba all’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha fornito le chiavi interpretative per comprendere espressioni e termini presenti nei materiali processuali. Il suo contributo ha permesso di decostruire connotazioni fuorvianti attribuite a post, chat e intercettazioni.
“C’è in generale un’assenza di conoscenze disarmante – ha ricordato il legale – In questi mesi abbiamo sentito testimoni dell’accusa che, peraltro, non hanno saputo riferire al Pubblico Ministero dove siano gli avamposti militari in Cisgiordania”. Il Pubblico ministero Roberta Avolio ha depositato due documenti relativi a un insediamento oggetto di controversia e ha comunicato l’intenzione di far confluire nel fascicolo una rogatoria attiva verso gli Stati Uniti. “La riteniamo inutilizzabile – ha osservato Rossi Albertini – per violazione delle regole procedurali, visto che non è mai stata notificata formalmente alla difesa”.
Rossi Albertini ha inoltre criticato la decisione della Corte di ammettere solo tre dei 49 testimoni indicati dalla difesa per inquadrare le connotazioni politiche, giuridiche e umane della vicenda. “Due testimonianze le abbiamo ritenuti inutili – ha spiegato – come quella della moglie di un imputato e della volontaria Martina Lovito, che però non può riferire dell’aggressione subita da coloni israeliani nel luglio 2024″. Per la Corte questa aggressione non rappresenta un fatto rilevante, nulla di quanto sta accadendo nei territori occupati ha rilevanza per questo tribunale, tranne ciò che stabiliscono USA e Israele quando si tratta di condannare la lotta di liberazione di un intero popolo. Lotta legittima in ogni sua forma, anche armata, per il diritto internazionale.

La fase istruttoria quindi, dovrebbe chiudersi nella prima udienza di settembre con la requisitoria del Pm. Nella seconda udienza, ci saranno le arringhe difensive e le dichiarazioni spontanee degli imputati.

Numerose le persone presenti, sia in aula che fuori del tribunale, per portare solidarietà ai palestinesi processati.

Ma questa solidarietà deve crescere, e diventare come quella per la liberazione di Georges Abdallah in Francia, dove per altro si stanno mobilitando, anche in questi giorni, per la liberazione sia di Anan che di Georges, in vista dell’udienza del 17 luglio, quando la Corte d’appello di Parigi dovrebbe emettere la sentenza sul rilascio di Abdallah

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