Il decreto-legge 1660 approvato alla Camera a settembre scorso è un decreto liberticida, da Stato di polizia, generato dalla natura ideologica/politica di stampo fascista del governo Meloni, interno alla marcia verso una dittatura moderna nel nostro paese.
Il testo, che contiene 38 articoli e che è ora all’esame delle commissioni congiunte giustizia e affari costituzionali del Senato, si unisce ai precedenti “pacchetti sicurezza” ma nello stesso tempo ne rappresenta un salto di qualità perché l’intento è quello di impedire di fatto e sempre più in ogni ambito ogni opposizione.
Il governo Meloni invece di dare serie e concrete risposte ai problemi sociali in generale, dal lavoro, al reddito, alle case che mancano, alla sanità, scuole sempre più allo sfacelo, alle alluvioni, alla stessa emergenza dell’acqua in alcune regioni, alle condizioni nelle carceri, ecc., con questo decreto risponde solo con più repressione, più polizia, più carcere. Un decreto che prevede l’inasprimento delle pene per tanti “reati”, anche inventati all’ultimo momento.
Ad esempio per chi occupa una casa: pena massima di 7 anni, e 7 anni anche a chi esprime solidarietà attiva ai senza casa.
Le manifestazioni, le azioni di lotta contro le inutili “grandi opere pubbliche” come il Ponte sullo stretto di Messina o la Tav, quelle che il governo usa come propaganda elettorale e al pieno servizio del profitto dei padroni che non hanno scrupoli a distruggere anche i territori e l’ambiente, o contro gli strumenti di morte al servizio della guerra come il MUOS ecc., diventano illegali e chi vi partecipa può essere condannato con pene alquanto pesanti.
Anche le azioni di protesta non violente diventano reato! Questo Ddl infatti introduce anche il reato di “resistenza passiva”.
Vi è un attacco mirato e fascista alla libertà di pensiero e di dissenso, la Costituzione diventa più che carta straccia: il Ddl 1660 introduce infatti il reato di “terrorismo della parola”. L’obiettivo è quello di impedire il legittimo esercizio della libertà di manifestazione del pensiero e la conseguente legittima protesta. “Si tratta dell’introduzione del reato di “detenzione di materiale con finalità di terrorismo”. È un’altra misura che dimostra il livello di repressione pervasivo nel disegno di legge. Sarà considerato reato il semplice possesso di materiale che illustri la preparazione di congegni, armi o che parli di tecniche di sabotaggio, indipendentemente dal fatto che il soggetto intenda effettivamente mettere in pratica azioni concrete. La reclusione prevista va dai due ai sei anni. Si assiste a una forte anticipazione della punizione, nel senso che si punisce una condotta che, in termini giuridici, si definisce come “pericolo astratto”, mentre finora era richiesta almeno una minima concretezza…” (da un’intervista dell’Avv.to Eugenio Losco attivo nella difesa di cause relative a proteste e movimenti sociali).
Le pene sono anche sino a 4 anni! Viene cancellata di fatto ogni libertà personale! Non conta più se una cosa è stata fatta, ma anche solo se la si pensa! E così viene attaccata deliberatamente l’azione di tutti, dei militanti, attivisti politici, sindacali, delle lotte ambientali, sociali, con reati “modellati” proprio su chi protesta.
Con l’aggravante per reati come resistenza o offesa a pubblico ufficiale si può arrivare anche ad una pena di 20 anni! E la polizia diventa una casta privilegiata e intoccabile, gli agenti di pubblica sicurezza possano portare senza licenza armi diverse da quelle d’ordinanza anche fuori dal servizio, legittimati dal governo ad usare le armi a loro piacimento come nel far west.
Questo DDL è contro i lavoratori, i precari, i disoccupati che protestano per il lavoro, il salario, contro i licenziamenti… Diventa reato penale e non più amministrativo l’azione di blocco stradale con l’aggravamento della pena da 6 mesi a 2 anni a carico di coloro che effettuano un blocco stradale o ferroviario con il proprio corpo e con più persone riunite, praticamente un attacco e un accanimento in particolare verso gli scioperi, vedi in particolare il settore della logistica, e per attaccare e impedire proteste o manifestazioni che fuoriescono da prescrizioni sempre più stringenti che governo e questure al servizio vogliono imporre.
Questo DDL è spiccatamente razzista e classista: vuole consentire l’incarcerazione anche delle donne in gravidanza e delle donne con neonati, introduce nuove ipotesi di Daspo, fogli di via o sorveglianza speciale, vuole introdurre il reato di “rivolta” nelle carceri e nei CPR (ma anche negli hot spot, nei CARA, nei centri di accoglienza straordinaria per richiedenti asilo e nei centro del Sistema Accoglienza e Integrazione, i SAI).
E l’odio più nero di questo governo fascio-razzista contro i migranti emerge ancora più chiaramente se si guarda al fatto che, all’interno di norme specifiche che aumenteranno l’emarginazione e la discriminazione delle persone migranti, le stesse saranno costrette ad dovere esibire il permesso di soggiorno per poter attivare perfino una sim telefonica per comunicare con i parenti o con l’avvocato e ciò aumenterà lo sfruttamento delle persone migranti (che anche per poter avere lo strumento di comunicazione dovranno pagare dei prestanome).
Questo è un decreto mirato a difendere pienamente ancor di più oggi lo Stato del Capitale, dei padroni, di cui questo governo Meloni è l’ultimo interprete della borghesia dominante più reazionaria, che lo vuole imporre come un nuovo e chiaro obiettivo per avanzare verso un moderno regime necessario nella fase attuale di crisi del sistema capitalistico sempre più profonda che oggi significa anche guerra imperialista.
Contro il Ddl 1660 è necessaria quindi una lotta su tutti i fronti ma che deve necessariamente essere inserita in una lotta più ampia che ponga come obiettivo principale la caduta del governo Meloni.
Se questo governo non viene cacciato, se non si lotta con questo obiettivo anche partendo da lotte di fase specifiche come appunto quella più che giusta di sabato 14 contro il DDL 1660, che sta vedendo positivamente fino a questi giorni l’estendersi CONTRO di forze sociali, politiche, militanti, progressiste, democratiche, sindacali (e importante è stato porre nello sciopero generale del 29 novembre da parte dei sindacati confederali che lo hanno proclamato proprio la questione dell’opposizione al DDl 1660), studentesche…, il governo Meloni proprio per la sua ideologia fascista non si limiterà solo a questo decreto ma andrà avanti a tappe forzate con altri decreti del genere.
Alcune aree del movimento militante di opposizione dicono che questo DDL dipende dal fatto che stiamo vivendo una fase di estensione della guerra imperialista, di cui anche l’Italia con questo governo se ne fa attivo interprete, ciò non è corretto: il DDl 1660 non è il frutto nero che scaturisce specificatamente dalla fase di guerra ma è il prodotto innanzitutto della natura fascista di questo governo che deve potenziare la repressione per conquistare consenso, in primis dei padroni che sempre più non si “devono disturbare” nei loro interessi di classe, che deve schiacciare ogni dissenso, protesta e ribellione per avanzare spedito nella marcia da moderno regime a difesa del Capitale.
Il fatto che oggi le forze che vogliono lottare contro il Ddl 1660 si stanno allargando, che la manifestazione prevista a Roma per sabato 14 dicembre sta vedendo la crescita delle adesioni, che un’assemblea nazionale contro il DDl si è svolta, tutto questo è positivo, ma è necessario che avanzi la comprensione che questa lotta deve essere fatta anche di “assedi” ai palazzi del potere, perchè è necessario che sia legata alla lotta per la caduta del governo Meloni.
Soccorso rosso proletario – srpitalia@gmail.com