La procura vuole processarli con l’accusa di devastazione e saccheggio. Visto il numero di imputati, l’udienza si terrà alla sala dell’Annunciata il 26 ottobre.
Rischiano dagli 8 ai 15 anni di carcere per l’accusa di avere messo a ferro e fuoco il carcere di Torre del Gallo a Pavia la sera dell’8 marzo del 2020. La procura vuole il processo per 98 detenuti che secondo le indagini avrebbero partecipato alla rivolta: devono rispondere del reato di devastazione e saccheggio.
I disordini scoppiarono dopo quanto accaduto anche in altre carceri italiane, per protestare contro le condizioni vissute dai detenuti durante l’emergenza Coronavirus e contro il blocco dei colloqui.
La rivolta scoppiata nella casa circondariale di Pavia provocò danni per circa un milione di euro tra materassi e arredi incendiati e porte distrutte. Il giorno dopo la rivolta i detenuti furono picchiati dalle guardie della polizia penitenziaria come rappresaglia e successivamente denunciarono, con un esposto alla Procura della Repubblica, i pestaggi subiti e le umiliazioni (un recluso sostenne anche di essere stato denudato prima del pestaggio). Ma di quell’esposto non si sa più nulla, mentre procede spedita la rappresaglia della giustizia dei potenti
La rivolta scoppiata nella casa circondariale di Pavia provocò danni per circa un milione di euro tra materassi e arredi incendiati e porte distrutte. Il giorno dopo la rivolta i detenuti furono picchiati dalle guardie della polizia penitenziaria come rappresaglia e successivamente denunciarono, con un esposto alla Procura della Repubblica, i pestaggi subiti e le umiliazioni (un recluso sostenne anche di essere stato denudato prima del pestaggio). Ma di quell’esposto non si sa più nulla, mentre procede spedita la rappresaglia della giustizia dei potenti