In un solo mese i militari israeliani hanno arrestato 900 palestinesi, tra cui 120 bambini e 17 donne. Un bambino di 6 anni è stato convocato e interrogato dai militari israeliani per colpa di una pistola giocattolo. Un nuovo articolo della rubrica Over The Wall, in collaborazione con Days of Palestine
Nel mese di aprile le forze di occupazione israeliane hanno arrestato 900 cittadini palestinesi, tra cui 120 bambini e 17 donne. Lo riporta il Centro palestinese per gli studi sui prigionieri (PCPS). Nel suo ultimo report, il PCPS ha denunciato l’intensificarsi delle operazioni repressive dell’esercito, in particolar modo nella Gerusalemme occupata.
Il tasso più alto di detenzioni è a Gerusalemme
Il PCPS ha indicato che a Gerusalemme si è registrato il più alto tasso di arresti, oltre il 75% delle detenzioni totali. Sarebbero 660 i palestinesi sequestrati dai militari nella città occupata, compresi 12 donne e 85 bambini, di cui uno ferito.
Durante l’attacco della Cappella di Al-Qbali, nella Moschea di Al-Aqsa, durante la notte di mercoledì 5 aprile, le forze israeliane hanno arrestato 440 fedeli palestinesi, successivamente rilasciati con un divieto di ingresso alla moschea.
I tribunali di occupazione israeliani hanno emesso nelle ultime settimane centinaia di ordini di allontanamento, arresti domiciliari e detenzione amministrativa contro gli abitanti di Gerusalemme, tra questi più di 500 riguardano il divieto di accesso alla Moschea di Al-Aqsa. Dei 55 ordini di arresti domiciliari, 20 sono stati emessi contro minori e bambini.
La Striscia di Gaza assediata non sfugge alle detenzioni israeliane
Da oltre 16 anni consecutivi, l’occupazione israeliana assedia pesantemente la Gaza occupata, controllando la vita di oltre 2,2 milioni di palestinesi e isolandoli dal mondo esterno. Le truppe israeliane continuano a compromettere le attività dei residenti della striscia, ferendoli con colpi di arma da fuoco, aggredendoli e detenendoli lungo i confini orientali e le coste. Lo scorso aprile, le Forze israeliane hanno arrestato 7 cittadini di Gaza, tra cui 4 pescatori. Gli altri 3 palestinesi sono stati arrestati nei pressi del muro di separazione.
La detenzione dei bambini palestinesi
Il responsabile del PCPS, Reyad Al-Ashqar, ha dichiarato che nel mese di aprile l’occupazione israeliana ha intensificato gli attacchi contro i bambini palestinesi, attraverso detenzioni, arresti domiciliari e multe elevate. Dei 120 bambini palestinesi detenuti, 65 sono stati arrestati durante l’assalto delle forze israeliane alla Moschea di Al-Aqsa.
Nonostante abbia solo 6 anni, le truppe israeliane hanno convocato in caserma Mohammad Ibrahim Al-Abbas, un bambino di Gerusalemme, per un’indagine nei suoi confronti avviata in quanto in possesso di un giocattolo di plastica a forma di pistola.
Altri tre minori, Yahya Al-Rimawi, Qasim Hawamda e Jamal Adi, risultano attualmente in regime di detenzione amministrativa, la prassi israeliana in contrasto al diritto internazionale che prevede l’arresto dei palestinesi senza che vi siano accuse formali nè processi a loro carico. Al 17enne palestinese Jihad Jaber, già in stato di arresto, è stata rinnovata la detenzione amministrativa per altri 4 mesi.
La detenzione delle donne palestinesi
Nel mese di aprile le forze di occupazione israeliane hanno arrestato 17 donne palestinesi.
Durante un’incursione militare nel campo profughi di Dheisheh, le forze di occupazione hanno arrestato la ragazza Rawda Abu Ajameyya, trasferita poi in detenzione amministrativa. La ventenne Rahma Manasra, è stata arrestata al check point di Qalandia.
Le truppe israeliane hanno arrestato tre donne gerosolimitane, Khadija Khwais, Hanadi Halawani, Alaa Al-Sous e Nafisa Khwais, all’interno della moschea di Al-Aqsa, condannate poi agli arresti domiciliari e all’espulsione dalla Moschea.
I militari hanno arrestato anche una giovane ragazza turca, Ozgecan Mutlu, vicino a Bab Al-Rahma, mentre stava entrando nella moschea di Al-Aqsa. Mutlu è stata rilasciata successivamente con un ordine di allontanamento di una settimana dal luogo di culto.
Detenzioni amministrative
Nel mese di aprile si è assistito a un sensibile aumento degli ordini di detenzione amministrativa contro i cittadini palestinesi, con un totale di 265. Tra questi, 157 sono ordini di rinnovo della detenzione per un periodo compreso tra i due e i sei mesi. Molti detenuti si sono visti rinnovare a più riprese lo stato di detenzioni, in alcuni casi fino a 5 volte.
Dei 108 nuovi ordini di detenzione amministrativa, la maggior parte è stata emessa contro ex detenuti che hanno trascorso già molti anni nelle carceri israeliane.
Per giustificare la propria azione repressiva, già condannata dal diritto internazionale e dalle organizzazioni dei diritti umani, l’occupazione israeliana sostiene l’esistenza di “fascicoli segreti” che non possono essere divulgati in alcun modo, nemmeno agli stessi detenuti che non conoscono la durata della loro condanna né le accuse mosse contro di loro. Il detenuto amministrativo è spesso soggetto al rinnovo del periodo di detenzione che può raggiungere periodi di tempo molto lunghi.
Le flash news della settimana
– I bombardamenti israeliani su Gaza hanno provocato un morto e 5 feriti. Hashel Mubarak, 58 anni, è morto a seguito delle gravi ferite dopo un attacco dell’aviazione israeliana. Gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato violenti raid nella Striscia di Gaza per sopprimere le proteste dopo l’annuncio della morte del prigioniero Khader Adnan, in sciopero della fame da 86 giorni.
– Nel mese di aprile le forze israeliane uccidono 12 palestinesi.Non si fermano le esecuzioni dell’esercito nei territori occupati. 4 palestinesi sono stati uccisi a Nablus, 2 Jericho, tra cui un 15enne, Altre vittime si registrano a Gerusalemme, Salfit, Hebron, Betlemme (con un altro giovane di 15 anni ucciso), Qalqilia e Yaffa-Tel Aviv.
– Amnesty International accusa l’occupazione israeliana di rafforzare l’apartheid attraverso la tecnologia di riconoscimento facciale. Martedì scorso, Amnesty International ha pubblicato un report che dimostra i tentativi israeliani di installare una tecnologia di riconoscimento facciale all’avanguardia ai posti di blocco di Hebron. Il rapporto sulla sorveglianza israeliana in Cisgiordania rivela che un sistema denominato Red Wolf sta scansionando segretamente i volti dei palestinesi e raccogliendo le loro informazioni biometriche per costruire un database per l’intera popolazione.
– Le forze di occupazione uccidono due palestinesi durante un raid a Tulkarm. Sabato 6 maggio, l’esercito israeliano ha compiuto un’incursione nel campo profughi di Nur Shams, nella città occupata di Tulkarm, provocando vittime e feriti. La Mezzaluna rossa Palestinese ha denunciato che le truppe israeliane hanno impedito ai mezzi di soccorso di raggiungere la scena.
– I prigionieri palestinesi in detenzione amministrativa hanno iniziato uno sciopero della fame di massa. Dopo la morte del prigioniero Khader Adnan, i prigionieri amministrativi inaugurano una nuova protesta di massa contro le illegali misure punitive israeliane e le disumane condizioni di detenzione.
– Video | Un 19 enne palestinese è stato ucciso brutalmente da un israeliano. Sabato 6 maggio nella città di Sandala, nei territori occupati del 48, un israeliano ha ucciso a sangue freddo un cittadino palestinese dopo averlo aggredito e tentato di prelevarlo dalla sua auto
– Itamar Ben Gvir insiste per lanciare una nuova marcia delle bandiere israeliane attraverso la città vecchia di Gerusalemme. Venerdì 5 maggio, Il ministro israeliano della sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha confermato la sua battaglia per consentire l’incursione di massa dei coloni israeliani nella città vecchia di Gerusalemme conosciuta come (Israeli Flags March), che attraverserà provocatoriamente la Città vecchia, in concomitanza dell’anniversario dell’Occupazione di Gerusalemme.
– L’esercito israeliano distrugge una scuola a Betlemme. Domenica 7 maggio una scuola elementare palestinese collocata nel villaggio di Beit Ta’mur è stata demolita all’alaba dalle truppe di occupazione. La “Challenge 5” basic school era stata demolita già nel 2017 ma venne ricostruita grazia alla donazione di un lotto di terra da parte di alcuni cittadini palestinesi.
– Un colono israeliano uccide brutalmente un ragazzo palestinese di 19 anni. Nella città di Sandala, nei territori occupati del ‘48, un giovane palestinese è stato ucciso brutalmente da un israeliano, che gli ha sparato a sangue freddo dopo averlo aggredito mentre si trovava all’interno della sua auto.