Preoccupazione del Consiglio d’Europa e di Amnesty International. A Sainte-Soline lanciate più di 5mila granate esplosive sugli attivisti
di Filippo Ortona
A una settimana di distanza dalle manifestazioni ecologiste contro il bacino idrico di Sainte-Soline in Francia, cominciano ad affiorare le ricostruzioni degli eventi di quel weekend. Ne emerge il quadro di una repressione sanguinosa, che inquieta organismi come il Consiglio d’Europa o Amnesty International.
SABATO SCORSO, vari movimenti si erano dati appuntamento per marciare sull’enorme piscina artificiale nel sud-ovest del paese, rivendicando una più equa distribuzione dell’acqua nel mondo agricolo. La grande opera è divenuta un simbolo delle lotte ecologiste francesi.
Più di trentamila persone si sono mobilitate, secondo gli organizzatori, tra i quali Les soulèvements de la Terre, la Confédération Paysanne e numerosi partiti e associazioni. Ad aspettarli, i manifestanti hanno trovato circa 3.200 gendarmi armati fino ai denti.
SECONDO LE AUTORITÀ, in meno di due ore sono state lanciate più di 5.000 granate esplosive sugli attivisti. Più di 40 granate al minuto, classificate come armi da guerra, esplose su arti, teste, visi dei manifestanti che cercavano di avvicinarsi a «un maledetto cratere vuoto», come l’hanno poi definito gli organizzatori nei loro comunicati.
IN UN COMUNICATO, la Confédération Paysanne ha recensito più di 200 feriti tra i quali 40 gravi e due tuttora in coma, allegando alcune foto delle ferite subite dalle vittime. Buchi nel cuoio capelluto, occhi gonfi o mutilati, piaghe grandi decine di centimetri su gambe e braccia: «Una brutalità inaudita», ha scritto la Confédération. Almeno due persone rischiano di perdere un occhio, mentre si aspettano le prognosi delle altre decine di vittime.
In questi giorni, Mediapart e Le Monde hanno ricostruito le azioni dei gendarmi, rivelando come il comando di piazza abbia impedito ai soccorsi di evacuare un manifestante in fin di vita, Serge D., tuttora in bilico tra la vita e la morte. Secondo dei testimoni oculari, una granata lanciata dai gendarmi gli è «esplosa sulla testa» frantumando il casco che indossava, scrive Mediapart, riportando il panico dei presenti, terrorizzati «dai ‘tremori’ che agitavano il suo corpo. ‘Tutti urlavano: questo muore’».
I RESPONSABILI della Ligue des Droits de l’Homme e i loro avvocati hanno tentato di avvertire l’ospedale locale, chiedendo un’evacuazione immediata via elicottero. Nel frattempo, gli organizzatori mettevano fine alla manifestazione a causa dell’elevato numero di feriti, secondo alcuni testimoni sentiti dal manifesto.
Nella registrazione telefonica della conversazione – pubblicata da Le Monde e Mediapart martedì sera – si sente il responsabile dei soccorsi dell’ospedale locale rifiutare l’invio di un mezzo aereo, «perché abbiamo un ordine in questo senso delle forze dell’ordine». Serge D., sarà evacuato più di 3 ore dopo i fatti, in coma. I suoi parenti hanno sporto denuncia per tentato omicidio e ostacolo volontario ai soccorsi.
NELLE SCORSE SETTIMANE, si sono moltiplicate le accuse di violenza nei confronti della polizia francese. Giovedì 23, un ferroviere è stato mutilato di un occhio a causa di una granata lanciata dalla polizia a Parigi, mentre un’insegnante ha perso il pollice per la stessa ragione a Rouen. Amnesty International ha intimato alla Francia di vietare queste «armi pericolose dalle conseguenze drammatiche», e il Consiglio d’Europa ha denunciato «un uso eccessivo della forza» da parte della polizia.
Con esasperante noncuranza, il ministro degli Interni Gérald Darmanin ha invece annunciato martedì la dissoluzione de Les Soulèvements de la Terre. «La dissoluzione è l’ultimo dei nostri problemi», ha comunicato il movimento ambientalista, «prima vogliamo capire cosa è successo a Sainte-Soline».
da il manifesto