A chi lo ha visto, Alfredo Cospito è apparso “molto provato e dimagrito” per lo sciopero della fame ma in videocollegamento dal carcere di Milano, dove è al 41bis, con l’udienza del Tribunale del riesame di Perugia ha letto un lungo memoriale per ribadire di non volere diventare un martire ma che la sua è una battaglia “contro la repressione della libertà”.
Posizione espressa davanti ai giudici che devono pronunciarsi sulla richiesta di annullare le misure cautelari nei suoi confronti e di altri cinque indagati, a vario titolo, per istigazione a delinquere, anche aggravata dalle finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico in relazione ad alcuni articoli pubblicati sulla rivista Vetriolo.
Istanza sulla quale il collegio si è riservato di decidere.
Nessuno dei coinvolti nel procedimento è attualmente detenuto per le accuse mosse dalla Procura di Perugia ma l’udienza del Riesame si è tenuta nell’aula dentro al carcere di Capanne per questioni di sicurezza. All’esterno infatti un piccolo gruppo di anarchici ha manifestato in sostegno di Cospito, che per collegarsi in videoconferenza con Perugia è tornato in carcere dall’ospedale. “Fuori Alfredo dal 41 bis” è stato scritto su uno degli striscioni esposti; “Con la penna, con il pensiero, con l’azione. Libertà per i compagni” si leggeva su un altro.
Gli slogan di solidarietà hanno accumunato non solo Alfredo Cospito ma anche i brigatisti Nadia Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma. “Fuori Alfredo dal 41 bis” e “non riuscirete a spegnere l’anarchia” alcune delle frasi scandite.
L’area del carcere di Capanne è stata controllata da un imponente servizio di sicurezza e la mattinata di proteste si è quindi conclusa senza incidenti.
Il Riesame aveva già accolto la richiesta di annullamento della misura cautelare ritenendo mancanti i gravi indizi di colpevolezza. La pronuncia è stata quindi impugnata dalla Procura di Perugia davanti alla Cassazione che l’ha annullata con il rinvio per un nuovo esame. I giudici hanno così dovuto nuovamente esaminare la richiesta di annullamento della misura cautelare.
In un’intervista su Vetriolo, Cospito – era emerso dall’indagine – scriveva: “colpire, colpire e ancora colpire…
dell’anarchia vendicatrice, non rinunciare allo scontro violento con il sistema, alla lotta armata, costi quello che costi”. Nei suoi confronti il gip del capoluogo umbro aveva disposto la custodia cautelare in carcere ritenendolo vertice di un presunto gruppo di anarchico-insurrezionalisti con riferimento nella Fai, con base nello spoletino. Provvedimento poi annullato dal tribunale del riesame come le misure nei confronti degli altri indagati.
Davanti al Riesame la Procura di Perugia ha sottolineato che gli scritti non ebbero un valore solo ideologico ma portarono a ricadute pratiche. Le difese hanno invece chiesto la revoca della misura cautelare parlando di una libera manifestazione del pensiero. Nel corso dell’udienza anche tutti gli altri indagati hanno preso la parola per esprimere solidarietà a Cospito.