Alfredo Cospito, esponente anarchico costretto al 41 bis e in sciopero della fame ormai da 103 giorni, è stato trasferito oggi, lunedì 31 gennaio, dal carcere di Bancali (Sassari) al penitenziario di Opera a Milano e ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata, dedicato ai pazienti con gravi patologie. A Opera ci sono medici specializzati nell’intervenire in casi di emergenza dovuta al possibile precipitare della situazione, anche perché l’esponente anarchico ha già ribadito più volte che non accetterà somministrazioni di cibo, intendendo continuare lo sciopero della fame contro il 41 bis.
Il difensore di Cospito, Flavio Rossi Albertini, ha rivolto una nota al ministro Nordio per la fine del 41 bis al suo assistito, dopo quello analogo che si discuterà il 7 marzo in Cassazione. Il Guardiasigilli ha tempo fino al 12 febbraio per rispondere. In assenza di notizie, il ricorso verrà considerato respinto. Sull’istanza si esprimerà entro il 12 febbraio, con un proprio parere, sia la Dna (Direzione nazionale antimafia) e l’Antiterrorismo. Nei due ricorsi, l’avvocato Rossi Albertini fa riferimento a “fatti nuovi” sul caso, come le motivazioni della sentenza del 2019 con cui la Corte d’Assise di Roma ha assolto tutti gli imputati, anarchici, proprio dall’accusa di associazione con finalità di terrorismo.
L’intervista all’avvocato Flavio Rossi Albertini. Ascolta o scarica
Slitta intanto a domani, martedì 31 gennaio, alle ore 12, la presenza del ministro Nordio in Commissione Giustizia alla Camera, chiamato al question time dall’interrogazione presentata da Alleanza Verdi – Sinistra, dove si chiede la fine della misura del 41 bis.
L’intervista a Devis Dori, deputato di Alleanza Verdi – Sinistra e della Commissione Giustizia della Camera. Ascolta o scarica
Governo, forze di destra e buona parte dei media mainstream insistono intanto sulla – surreale – “linea della fermezza”, schiacciando l’intera vicenda sul piano dell’ ordine pubblico – se non quando addirittura dell’“eversione” – tralasciando invece il piano politico, con la battaglia per la vita di Cospito, contro il 41bis, l’ergastolo ostativo e più in generale la disastrosa situazione carceraria italiana. Di questo scrive oggi su Il Domani lo scrittore, traduttore e docente Cristian Raimo, con un articolo dal titolo “Democrazia e media, le altre tragedie del caso Cospito”.
L’intervista a Cristiano Raimo. Ascolta o scarica
Di tutt’altro tenore, rispetto alla linea della destra di Governo e di diversi media mainstream, è il senso dell’appello di un folto gruppo di artiste-i, rivolto a Nordio e alle istituzioni, affinchè “intervengano prima che sia troppo tardi’.
I primi firmatari sono Valerio Mastandrea, Jasmine Trinca, Michele Riondino, Paolo Calabresi, Ascanio Celestini, 99 Posse.
L’appello:
“Alfredo Cospito è un detenuto anarchico in sciopero della fame da più di 100 giorni per protestare contro il 41 bis, e l’ergastolo ostativo, a cui è sottoposto assieme ad altri 750 esseri umani. Lo accusano di aver commesso una strage più grave di quella di Capaci e via D’Amelio. Lo accusano di un attentato che però non ha causato né morti né feriti. Dicono sia il leader degli anarchici ma gli anarchici, come è noto, rifuggono capi o padrini di sorta.
“Per questo Alfredo ha iniziato una lotta con il suo corpo, una lotta terribile che lo sta conducendo alla morte, nella totale indifferenza di coloro che dovrebbero e potrebbero intervenire. Il 13 gennaio il difensore di Cospito ha rivolto una richiesta al ministro per revocargli il 41 bis, il ministro ha trenta giorni per decidere, nella sua inerzia e indifferenza i giorni scorrono inesorabilmente e Alfredo potrebbe morire da un momento all’altro.
La lotta di Alfredo ci chiama a ragionare sul senso di umanità e di utilità delle leggi del nostro Paese, sull’evidente dismisura tra reato e pena. Per questo Alfredo Cospito è pronto a morire – Non si tratta solo di una vicenda personale o di buonismo, ma di affermare un principio. Per questo chiediamo al Ministro e alle istituzioni di intervenire prima che sia troppo tardi”.
INIZIATIVE – Tra martedì 31 gennaio e giovedì 2 febbraio annunciate infine altre mobilitazioni a Roma, dopo le cariche e le 41 denunce comminate dopo l’iniziativa solidale dello scorso fine settimana a Trastevere.
Di seguito, la locandina:
Sempre a Roma, martedì 7, un’iniziativa organizzata dai firmatari dell’appello “Morire di pena”:
Prossime iniziative a Milano
Ancona
Torino