Porte divelte, vetri infranti, strutture e mobilio danneggiato, locali inondati di schiuma di estintori: questo lo scenario che hanno trovato ieri mattina gli attivisti dello spazio autogestito Casale Garibaldi, nella periferia est di Roma, nel quartiere Casilino 23.
Uno spazio occupato sul finire degli anni ’80, di proprietà municipale, che ospita tantissime attività, eventi e laboratori, per piccoli e grandi, impegnato in prima fila in percorsi di mutualismo e sede sindacale delle Camere del lavoro autonomo e precario.
“Questo atto – raccontano gli attivisti – si inserisce in una scia di episodi vandalici iniziati con la fine della vecchia convenzione, nel 2017, a partire dalla decisione di non lasciare lo spazio, a fronte dell’immobilità della vecchia amministrazione. Su questi episodi abbiamo presentato anche un esposto e una denuncia-querela alla polizia municipale, di cui ad oggi non sappiamo che fine abbiano fatto. Diversa celerità invece è stata dimostrata dal reparto edilizia della polizia locale che lo scorso anno ha fatto un’ispezione nel giardino del casale, terminata con una denuncia surreale di abuso edilizio per una struttura mobile, con rotelle, utilizzata per coprire la zona cucina da pioggia e intemperie”.