Il 29 dicembre si è tenuta una manifestazione con concentramento all’angolo tra via Mazzini e via Torino, inizialmente prevista in piazza Duomo, dopo la notifica del divieto notificato dalla Questura di Milano
Nelle vie dello shopping hanno sfilato qualche centinaio abbondante di compagni con slogan contro il 41 bis e “Alfredo libero”., il corteo è stato scortato da un massiccio spiegamento di polizia che ci ha scortato passo passo e un pezzo alla volta si è arrivati fino in piazza XXIV maggio.
Di seguito la comunicazione fatta circolare diffuse prima dell’iniziativa dai promotori dell’assemblea in preparazione della manifestazione tenutasi il 26 gennaio:
In merito al divieto notificato dalla Questura di Milano per la manifestazione del 29 dicembre in P.za Duomo contro il 41 bis, per l’abolizione dell’ergastolo ostativo e, in particolare, in solidarietà con lo sciopero della fame ad oltranza di Alfredo Cospito, facciamo alcune precisazioni.
– I temi sollevati da questa lotta hanno raccolto un’ampia e trasversale solidarietà – anche nei media main stream soliti osservare un religioso silenzio su tali questioni – e l’assemblea che ha promosso la manifestazione del 29 dicembre è espressione di questa pluralità; dunque ridurre la sua portata alla sola area anarchica è da leggere come un ridicolo tentativo di circoscrivere e differenziare la solidarietà.
– Assistiamo da lungo tempo a leggi eccezionali che si rinnovano producendo uno stato di emergenza permanente. Oggi però con un dispositivo ordinario si vuole impedire lo svolgimento di una manifestazione che denuncia un fatto di eccezionale gravità e che offre ormai un margine di tempo brevissimo prima di arrivare ad un punto di non ritorno. Nello stesso modo viene affrontata la tragedia quotidiana che si vive nelle carceri; in tempo di pandemia gli strumenti eccezionali sono stati trovati per impedire i colloqui e isolare ancor di più la popolazione detenuta ma solo quelli ordinari per affrontare il sovraffollamento degli istituti e la miseria che lì si vive tutti i giorni. L’altissimo numero dei suicidi la dice lunga come pure la mancata riforma carceraria tanto attesa all’interno delle mura.
– Ribadiamo le ragioni e la volontà di scendere in piazza il 29 dicembre dando come luogo di concentramento via Torino angolo via Mazzini consapevoli della necessità di mobilitarsi ulteriormente nei giorni a seguire in sintonia con la campagna che si è aperta a livello nazionale e internazionale sulle parole d’ordine: fuori Alfredo dal 41 bis, abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo. Alleghiamo di seguito il comunicato dell’assemblea che ha promosso la manifestazione e che ha redatto queste righe.
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L’Assemblea tenutasi Lunedì 26 dicembre presso CSOA COX18 di Milano in solidarietà con Alfredo Cospito in sciopero della fame ad oltranza dal 20 ottobre e contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo ha espresso la necessità di attivarsi e di mobilitarsi per dare un contributo al buon esito della lotta che Alfredo ha intrapreso. Alfredo Cospito è ormai al 69° giorno di sciopero della fame e le sue condizioni fisiche si fanno sempre più gravi. In questa situazione, oltre alla necessità di creare conoscenza e consapevolezza sulle ragioni della sua lotta e sul ruolo del 41 bis come strumento altamente repressivo ad afflittivo oramai riconosciuto come vera e propria forma di tortura; di allargare la discussione; l’importanza del momento ci chiama tutti ad agire ora! Gli spazi legali che lo Stato Italiano permette sono quasi inesistenti. Nella giornata di Martedi 27 dicembre verrà depositato il ricorso per Cassazione contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza che in data 19 dicembre ha confermato la detenzione di Alfredo nel regime di tortura del 41 bis, di fatto firmandone la condanna a morte. I tempi per il ricorso in Cassazione potrebbero essere oggettivamente incompatibili con l’attuale situazione di Alfredo in sciopero della fame da ormai 69 giorni (ricordiamo per esempio che nello sciopero della fame dei prigionieri irlandesi nel 1981 Bobby Sands morì dopo 66 giorni). L’Assemblea ha ribadito con forza che solo la solidarietà e la mobilitazione possono impedire che Alfredo possa morire. L’Assemblea oltre ad esprimere la massima solidarietà ad Alfredo Cospito ed a tutti i detenuti soggetti alla tortura del 41 bis, ritiene necessario unirsi alle molte manifestazioni di solidarietà che si stanno tenendo sia in Italia che a livello internazionale. La lotta di Alfredo Cospito è riuscita a riaccendere l’attenzione generale sul regime di tortura del 41 bis e sull’ergastolo ostativo ma oggi diventa necessario attivarsi e mobilitarsi in tutti i modi possibili per impedire che Alfredo sia condannato a morte dallo Stato Italiano.
Diffondiamo in sintesi alcune considerazioni emerse nell’assemblea tenutasi alla camera del non lavoro dopo la manifestazione del 29 dicembre contro il 41 bis, l’ergastolo ostativo e in solidarietà con la lotta intrapresa da Alfredo Cospito.
Di seguito il comunicato diffuse dopo l’assemblea della “camera del non lavoro” tenutasi dopo la manifestazione del 29 dicembre
L’ampia partecipazione alla giornata di mobilitazione milanese, almeno 400 persone, nonostante il divieto posto dalla Questura, giunto così celermente e diffuso dai principali media proprio per scoraggiare la partecipazione, dimostra nuovamente nei fatti che la solidarietà allo sciopero della fame di Alfredo e la critica all’impianto che regola il regime di tortura del 41 bis sono elementi imprescindibili riconosciuti come propri da settori militanti, sindacali e sociali non quindi circoscritti alla sola area anarchica.
Diversi articoli apparsi sui media ufficiali, con davvero poche eccezioni, raccontano invece di una manifestazione di esigua consistenza numerica, composta da soli anarchici e organizzata da un collettivo anarchico cittadino. E’ evidente che tali informazioni hanno il chiaro intento di circoscrivere la breccia apertasi con la coraggiosa lotta di Alfredo nel consenso o silenzio che regnava sul regime di tortura del 41 bis, vera pietra angolare che regola l’approfondirsi dell’arbitrio carcerario attraverso l’onnipotenza di strutture come la Direzione Antimafia e Antiterrorismo e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Se insistiamo su questo aspetto non è per denunciare il ruolo di certa stampa asservita, dalla quale si pretende comunque una maggiore attenzione e indipendenza, ma per porre con fermezza due elementi.
Il primo è che al di là degli esiti della lotta di Alfredo vada mantenuta viva e concreta la critica al regime di tortura del 41 bis, dell’ergastolo ostativo e in generale del criterio della “collaborazione” quale strumento premiale o punitivo di mobilità fra i circuiti carcerari che istituzionalizza l’arbitrio e il baratto. Assumendo questi quali punti irrinunciabili di un agire quotidiano che punti a un reale cambiamento sociale, cercando di allargare a livello sociale la breccia che la generosa lotta di Alfredo ha indubbiamente aiutato ad aprire. Consapevoli anche del fatto che tra le due opzioni: il ricorrere ad un provvedimento di declassificazione, a rischio di indebolire l’impianto della differenziazione carceraria e dei vertici della catena di comando e scegliere di mantenere una posizione di fermezza sino a mettere in gioco la vita di Alfredo, che darebbe ancora più corpo alla critiche contro il 41 bis, possa per chi decide risultare preferibile la seconda.
Il secondo elemento sul quale è necessario riflettere è che vada contrastata la costante azione di criminalizzazione della componente anarchica – il tributo pagato è già altissimo in termini di repressione, misure preventive e carcere – e compresa la sua natura strumentale finalizzata a generalizzare un approfondimento dell’azione repressiva come la storia di questo paese ben ci ha insegnato.
In conclusione si è indicata la data di martedì 3 gennaio alle ore 20.30 presso la Panetteria Occupata, via Conte Rosso, 20 (MM Lambrate) per un nuovo appuntamento assembleare che deciderà delle prossime mobilitazioni.