“Ognuna di noi, dal 24 agosto fino al 25 settembre, farà alcuni giorni di sciopero della fame. A staffetta ognuna di noi vuole esprimere solidarietà per tutti quelli che sono morti suicidi, soli dentro una cella bollente”.
E’ l’esordio della lettera che alcune detenute del carcere le Vallette di Torino, in sciopero della fame da alcuni giorni, hanno indirizzato ai politici in segno di “sdegno e dissenso per il menefreghismo di una certa politica, e delle istituzioni”.
Mentre voi non ci nominate – si legge nella missiva – noi vi accompagniamo fino al giorno delle elezioni, poi dopo si aprirà l’ennesimo capitolo… ci negate una riforma da anni… ciò nonostante noi non ci zittiamo! Chiediamo il supporto e la solidarietà di tutti coloro che si occupano di diritti per far arrivare le nostre voci ovunque serva. Le voci nostre e dei compagni che non ce l’hanno fatta!”
E concludono: “Un abbraccio prigioniero, le ragazze di Torino”.
Sciopero della fame delle detenute delle Vallette per la riduzione della popolazione carceraria
L’associazione Marco Pannella di Torino aderisce allo sciopero della fame di Rita Bernardini Presidente di Nessuno tocchi Caino, giunta oggi al sesto giorno dell’iniziativa nonviolenta, sulla grave situazione in cui versano le carceri italiane nelle quali si è registrato il numero record di 53 suicidi di detenuti da inizio anno a oggi (presso il carcere delle Vallette il 15 agosto si è tolto la vita un detenuto di 25 anni).
L’associazione Marco Pannella aderisce nella forma dello sciopero della fame a staffetta che coinvolge sedici attivisti e militanti Radicali. Questa adesione segue l’esempio delle ragazze del femminile del carcere delle Vallette di Torino comunicata a Rita Bernardini durante la visita di Nessuno tocchi Caino del 19 agosto scorso.
Lo sciopero della fame è a sostegno delle volontà manifestate dalla Ministra della Giustizia Marta Cartabia e del Capo del Dap Carlo Renoldi affinché si proceda per l’immediato a ridurre la popolazione detenuta in forte sovraffollamento, con misure come la liberazione anticipata speciale. Per quel che riguarda la vita in carcere, l’iniziativa nonviolenta è a sostegno della volontà di far aumentare i contatti dei detenuti con i familiari attraverso un maggior numero di telefonate e di video chiamate e con la concessione dei trasferimenti richiesti dai detenuti per avvicinamento alla famiglia e per motivi di studio e di lavoro.
Altri obiettivi più a lungo termine sono rivolti a tutte le forze politiche impegnate nella campagna elettorale affinché l’esecuzione penale e la riforma della giustizia siano nel concreto aderenti ai principi della Costituzione italiana e della Convenzione europe