Yvan Colonna, il militante indipendentista corso condannato all’ergastolo per l’assassinio del prefetto Claude Erignac nel 1998, è morto ieri sera a Marsiglia, nel sud della Francia, 3 settimane dopo essere stato aggredito in carcere ad Arles da un altro detenuto, un jihadista. Il dramma ha scatenato una serie di manifestazioni e violenze nell’isola. Colonna, ridotto in fin di vita, è deceduto dopo 3 settimane di coma.
«Yvan Colonna, patriota corso, vive per l’eternità» Noi saremo sempre al tuo fianco», ha twittato in lingua corsa il partito Femu a Corsica di Gilles Simeoni, il presidente autonomista del Consiglio esecutivo dell’isola. Poco prima la famiglia aveva confermato il decesso, chiedendo la massima riservatezza. «Yvan Colonna, morto per la Corsica», ha postato, sempre in corso su Twitter, Core in Fronte, il principale partito indipendentista, accompagnando il messaggio con una foto in bianco e nero del militante nazionalista. L’annuncio della morte di Colonna, alcune decine di persone si sono riunite a Bastia davanti al Palazzo di Giustizia, appendendo striscioni con lo slogan «Statu francese assassinu».
Ad Ajaccio, davanti alla cattedrale, in silenzio, si sono radunati gruppi di persone. Messaggio minaccioso dall’associazione per la difesa dei prigionieri politici corsi Sulidarita, che ha twittato «Abbasso questo stato francese assassino».
Yvan Colonna, 61 anni, al quale la giustizia aveva accordato una sospensione di pena alcuni giorni fa «per motivi medici», era stato ferito a morte da un detenuto radicalizzato camerunense di 36 anni, che lo aveva aggredito durante l’ora di sport. Franck Elong Abé, questo il nome dell’aggressore, scontava una pena a 9 anni di carcere per associazione per delinquere di stampo terroristico. Ha giustificato il suo atto con il fatto che Colonna avrebbe bestemmiato e «parlato male del Profeta».
Le tensioni che sono seguite all’aggressione sono culminate il 13 marzo a Bastia con una manifestazione durante la quale 102 persone sono rimaste ferite, 77 tra le forze dell’ordine. Una protesta motivata in gran parte dalla lunghezza dell’aggressione a Colonna, circa 8 minuti, sotto l’obiettivo di una telecamera di sorveglianza, senza che nessun sorvegliante intervenisse. Ad avvertire i secondini era stato addirittura l’aggressore.
Ascolta il collegamento di Radio Onda Rossa con un compagno che si trova nell’isola: