Il 15 ottobre 2011 circa 200.000 persone scesero in piazza a Roma, in un periodo in cui in tutto il mondo, dalla Tunisia agli Stati Uniti, all’Egitto, si accendevano rivolte contro regimi dispotici e capitalismo finanziario. In seguito all’appello lanciato dai movimenti 15M nati a Madrid, si scendeva in piazza ovunque anche in Europa, davanti e contro i palazzi del Potere, nel rifiuto delle politiche di austerità adottate dai governi come ricetta alla crisi economica del sistema capitalista.
In Italia il Comitato promotore accettò di non manifestare davanti alle sedi governative, così come deciso dalla Questura, ma la rabbia sociale si espresse comunque, e giustamente, con diverse ore di scontri con le forze dell’ordine. Troppo forte l’odio per per la miseria economica e culturale, i continui tagli alle spese sociali, lo sfruttamento da parte di pochi nei confronti di molti, la guerra, la distruzione delle risorse naturali e della terra, tutto in nome del profitto.
La vendetta dello Stato, per criminalizzare e allo stesso tempo nascondere le ragioni di quella giornata di lotta ha colpito duramente: arresti in piazza, condanne pesanti anche per devastazione e saccheggio, carcere.
Come non ricordare Chucky, ucciso dalla repressione?