Minneapolis, oltre mille persone sono scesa in piazza nella città del Minnesota per protestare contro l’uccisione di Amir Locke. L’episodio, risalente a tre giorni fa, nella stessa città dove si consumò l’efferato omicidio di George Floyd: l’afroamericano ucciso dalla polizia in strada – soffocato con un ginocchio – nel maggio 2020. Le immagini riprese in diretta dell’omicidio fecero diventare quel caso virale e mondiale, con manifestazioni in tutto il mondo, anche violente.
Amir Locke aveva 22 anni. Era afroamericano anche lui e incensurato. È stato ucciso a sangue freddo dalla polizia mentre era assopito sul divano di casa. Gli agenti hanno fatto irruzione nel suo appartamento in centro città per una perquisizione domiciliare, senza preavviso. E hanno aperto il fuoco. Tre colpi al torace e al polso non hanno lasciato scampo al 22enne. Le immagini girate dalla bodycam e diffuse dalla polizia sono terribili: si vede l’irruzione nell’abitazione, le urla degli agenti, il ragazzo su un divano avvolto in una coperta mentre cerca di alzarsi, almeno tre gli spari esplosi dagli agenti.
Locke avrebbe impugnato una pistola quando si è accorto dell’irruzione. Gli avvocati della famiglia hanno fatto sapere che l’arma era detenuta regolarmente. Alcuni familiari hanno dichiarato che il giovane stava dormendo e che avrebbe preso l’arma per difendersi. La polizia ha riferito che la perquisizione era collegata a un’indagine per omicidio ma che il nome della vittima non compariva nel mandato. Locke non era quindi il destinatario del mandato.