“Carcere indegno del terzo millennio”
Tre persone si sono tolte la vita nel giro di un mese e il garante dei detenuti lancia l’allarme. Per verificare le condizioni in cui vivono i detenuti e lavora il personale della casa circondariale ieri mattina la deputata del Movimento 5 stelle Valentina Barzotti e il consigliere regionale Simone Verni hanno effettuato un sopralluogo all’interno di Torre del Gallo.
“La situazione è critica – ha detto Verni – Non da oggi purtroppo, ma ora è aggravata dalla mancanza della direzione. C’è una direzione ad interim, e se i problemi ci sono quando c’è un direttore, figuriamoci adesso che non c’è”. Sovraffollamento e una struttura fatiscente sono le due questioni più rilevanti. “Alcune aree sono inagibili – ha aggiunto il consigliere regionale – e questo non può esistere in un Paese civile del terzo millennio. Non si può più soprassedere. A soffrire non sono soltanto i detenuti, anche gli agenti carcerari vivono una situazione di disagio. I problemi in questa struttura si sommano, c’è anche la questione sanitaria che è di competenza della Regione la quale tesse le lodi di una sanità eccellente che eccellente non è già per i cittadini e a maggior ragione per un recluso”.
Per avere maggiori informazioni sul servizio sanitario Verni ha presentato un’interrogazione scritta all’assessore al Welfare Letizia Moratti. “Ci sono carenze di figure professionali molto gravi”, ha sottolineato Verni. In particolare a non ricevere un’adeguata assistenza sarebbero i detenuti di carattere psichiatrico e le persone che non sono ancora state riconosciute. “Ci sono aree freddissime – ha fatto notare la deputata Valentina Barzotti – alcuni detenuti chiedono di essere ascoltati e nonostante l’impegno del personale le difficoltà sono numerose. Presenterò un’interrogazione al ministro Marta Cartabia e interesserò i sottosegretari che hanno delega su questi temi. La situazione di questo carcere non è più accettabile anche per chi ci lavora. Ci attiveremo per migliorare le condizioni della struttura”.
Anche Simone Verni intende scrivere una lettera al ministro Cartabia sul carcere di Pavia: “Si potrebbe dire che vengono quasi sospesi i diritti civili in questa casa circondariale per i detenuti e per tutti coloro che ci lavorano e che si fanno in quattro per sopperire alle mancanze croniche della struttura”. Tra i problemi poi c’è pure quello del lavoro, tutta la popolazione carceraria lavora a turni con lunghi periodi di inattività. “Pavia può pensare ai detenuti – ha concluso Verni – e a progetti da realizzare con i carcerati”.