Prima con le querele e le denunce, ora con le ruspe e un incredibile spiegamento di forze dell’ordine, alla fine il sindaco di Giulianova è riuscito a coronare il suo sogno: sgomberare il campetto occupato.
Alla vigilia della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il primo cittadino giugliese, il leghista Costantini, e l’ASP Teramo (Azienda Pubblica di Servizi alla persona, presieduta da Giulia Palestini, politicamente legata al sindaco Costantini) hanno mostrato chiaramente di quale violenza e brutalità è capace una cricca politico-affaristica degna della migliore tradizione salviniana, pur di eliminare un’esperienza di autogestione, di vita e di solidarietà attiva verso i più deboli, di libertà e lotta alla repressione, alla violenza capitalistica e patriarcalistica di questo stato borghese.
Ruspe e camionette davanti al cancello, digos, polizia anche in assetto antisommossa, carabinieri, vigili del fuoco. Anche agenti della polstrada di Giulianova sono intervenuti per distruggere tutto quanto costruito in oltre 5 anni di attività, fermare e denunciare gli occupanti e cacciare chi era dentro. Chi in questo spazio aveva trovato non solo un luogo di autogestione, aggregazione e condivisione, ma anche un posto in cui abitare, ora è di nuovo senza tetto, mentre l’ipocrita morale cristiana della feccia fascista, sessista e salviniana al governo della città, sgombera le strade dalla luce dell’umanità che quel posto rappresentava, dandole in pasto alla mercificazione della cristianità
Così da una parte si sgombera il Campetto e si fa la guerra ai poveri, dall’altra si pensa al santo natale installando le luminarie per l’immancabile atmosfera.
Ma il Campetto Occupato, oltre ad offrire aiuto ed autentica solidarietà a persone in difficoltà dimenticate dalle istituzioni, aveva anche sostenuto la lotta contro le frontiere e la guerra, contro le politiche razziste e i centri di detenzione per migranti.
Già 3 anni fa, a dire il vero, il Campetto subì un grave atto vandalico da parte di chi, evidentemente, mal sopportava un posto in cui si concretizzava un’autentica idea di fratellanza e solidarietà con i più deboli, un posto non convenzionale e non commerciale libero da ogni concezione autoritaria. Un rogo distrusse diverse attrezzature e centinaia tra libri e opuscoli nell’ex spogliatoio. Gli occupanti si rimboccarono le maniche e con grande dignità continuarono a difendere quell’idea, perché “le fiamme si estinguono, le idee no”
Con la stessa tenacia ora ribadiscono che il Campetto non è stato tolto solo agli occupanti, ma a tutte quelle persone che volevano vivere in modo altro e organizzarsi per lottare contro i soprusi: “Le Idee non si sgomberano non è una minaccia, ma una promessa. E sono le nostre vite”.
Quello dell’amministrazione e dell’Asp è stato un vero e proprio atto di violenza non solo nei confronti degli occupanti, ma verso tutta la città, a cui non si può rispondere abbassando la testa. E Giulianova ieri sera lo ha dimostrato con una prima assemblea a caldo, partecipata e popolare, con persone arrivate anche da fuori regione, per portare solidarietà agli occupanti e per ribadire che il campetto vive. Dopo l’assemblea i manifestanti hanno anche improvvisato un corteo, raccogliendo, nonostante la città fosse fortemente militarizzata, la solidarietà anche delle altre persone.
Qui trovi il video dell’assemblea
Qui il comunicato del Campetto Occupato
Come soccorso rosso proletario esprimiamo affetto e solidarietà al Campetto Occupato e ci prendiamo l’impegno, compatibilmente con le nostre forze, di contrastare anche fisicamente la repressione contro chi si batte per un’idea di giustizia e umanità che non ha nulla a che fare con la legalità imposta da questo stato borghese.