Un detenuto è stato picchiato da 4 agenti mentre era steso sulla barella. La vicenda è stata resa nota grazie ad un video del Tg1. Il detenuto era stato sottoposto ad visita all’infermeria del carcere di Monza. All’uscita l’uomo ha provato a divincolarsi ma 3 agenti della polizia penitenziaria lo immobilizzavano per le braccia.
Inoltre un altro agente inizia a schiaffeggiarlo in testa, dopodiché, il detenuto viene scaricato in cella. Quello che avviene dietro alla porta non è visibile: pochi momenti prima la telecamera del corridoio filma una mano spuntare dalle sbarre e battere a terra. Dopodiché l’uomo viene trascinato nuovamente dentro la cella. Per questo episodio 4 agenti e un’ispettrice del carcere di Monza, a luglio, sono stati rinviati a giudizio per l’episodio risalente a due anni fa. I reati contestati sono abuso d’ufficio, lesioni aggravate, falso.
Era il 6 agosto 2019 quando il fratello di quell’uomo chiamò il numero telefonico dell’ufficio di Antigone. La cognata colloquiò con il marito trovandolo tumefatto. A seguito del pestaggio l’uomo subì un procedimento disciplinare ed era stato posto in isolamento.
“Le immagini delle violenze su un detenuto, avvenute nel carcere di Monza e mandate in onda dal Tg1 (questo un estratto del servizio), testimoniano della violenza che venne che venne denunciata ad Antigone il 6 agosto 2019, quando il fratello dell’uomo che ha subito quelle violenze compose il numero telefonico del nostro ufficio per raccontare l’accaduto. A seguito di quella telefonata e dei successivi colloqui dei nostri avvocati con il parente che ci aveva contattato, avevamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Monza che nelle ultime settimane ha deciso il rinvio a giudizio per 5 poliziotti penitenziari. Lo scorso maggio siamo stati anche ammessi parte civile nel procedimento”, scrive l’Associazione Antigone.
Come raccontato dagli imputati le lesioni non sono state causate da una violenta aggressione da parte degli agenti, che sostengono di avere soltanto contenuto il detenuto dopo che ha opposto resistenza, ma dalla caduta dopo il trasferimento in cella e da un’azione di successivo autolesionismo messa in atto dal detenuto