Una prima risposta allo sgombero del csoa Foa Boccaccio è stato un riuscito corteo con centinaia di compagne e compagni che è partito dal retro della stazione di Monza.
“Attualmente siamo impegnati/e nel recupero dei nostri materiali – scrivevano in mattinata compagne e compagni monzesi – ma a brevissimo seguiranno aggiornamenti sugli appuntamenti in risposta all’infame attacco che Cai Monza e Moss s.r.l. hanno portato alla storica esperienza autogestita monzese”.
Lo stabile, che era stato occupato nel 2011, è stato infatti comprato dalla locale sezione del Club Alpino Italiano nonostante ospiti da dieci anni l’esperienza di autogestione. La prima occupazione del Boccaccio risale al 2003, negli anni – tra sgomberi e ri-occupazioni – il centro sociale brianzolo ha cambiato numerose sedi.
“Non vi lasceremo in pace” sono le parole con cui il Foa Boccaccio chiude il volantino distribuito durante il corteo organizzato nella serata di mercoledì 13 luglio.
“Uno sgombero è solo un contrattempo – scrive il Boccaccio – tra un’occupazione e quella successiva. E quello di oggi non diminuisce la nostra forza: la forza di un collettivo numeroso e deciso con alle spalle due decenni di esperienze e lotte, dentro un’ampia collettività di individui e spazi complici e solidali”. Tra i temi messi sotto accusa dal Foa ci sono le politiche urbanistiche di Monza e la cementificazione della città.