Solo, in mezzo ad un plotone di criminali in divisa, manganellate, calci, pugni e sprangate, si sono abbattute come una tempesta sul mio corpo, setto nasale fratturato, radio ed ulna spezzati a metà, ecchimosi su tutto il corpo, trauma cranico, 27 punti di sutura per chiudere la pelle lacerata nella zona occipitale, sputi, minacce e ingiurie e ancora manganellate, pugni, calci, mentre ero disteso su un lettino sotto il sole, faticavo a respirare, la bocca piena di sangue, in attesa che qualcuno si accorgesse di me.
Se ne accorse Davide, un ragazzo della croce rossa, che disse agli agenti che ero grave e che andavo trasportato d’urgenza in elisoccorso al C.T.O. Di Torino, ancora qualche sputo, qualche minaccia in diversi accenti “in carcere te damo er resto”, “t’accidimme bastard” e poi la corsa in ambulanza con Davide, verso l’elicottero, “I denti, ce li ho ancora i denti?” Chiesi a Davide, “I denti sono a posto, ma come ti hanno ridotto!?” Rispose Davide asciugando il sangue mescolato agli sputi sul mio viso, e poi il pianto, un pianto liberatorio, di chi capisce di essere finalmente salvo, poi il volo in elicottero disteso su un lettino con il collo bloccato, scortato da 3 carabinieri che mi guardavano in cagnesco, l’arrivo in ospedale, la Tac, e i carabinieri dall’altro lato del vetro che mi facevano il gesto del taglio della gola, passandosi il pollice da un lato all’altro del collo, gli infermieri che li allontanano e che poi vengono a tranquillizzarmi, la morfina, finalmente!
Poi i compagni e le compagne , che vennero in ospedale, la solidarietà da tutta Italia, il loro calore, la forza che mi hanno dato.
Davide, il ragazzo della croce rossa, che in un primo momento si propose di testimoniare, contattato da me qualche tempo dopo, si rifiutó, aveva subìto pressioni, disse, aveva paura di ritorsioni, nessuno dei tanti uomini delle forze armate presenti si fece avanti, nessuno vide nulla, io mi ero fatto male da solo, forse calpestato da altri manifestanti, il caso è stato archiviato. Per questo non credo alla favoletta delle “poche mele marce” ogni volta che si verifica un caso di mala polizia, è l’intero albero della giustizia che è marcio in Italia, e l’omertà è l’arma più potente che possiedono le “nostre” forze di polizia e le cicatrici che ho addosso stanno lì a ricordarmelo.
Quanto a voi, so che pagherete tutto, in un modo o nell’altro pagherete tutto!
Io non dimentico!
Ora e sempre No Tav!