Non si può archiviare così.
Non è accettabile che una strage come quella del Sant’Anna venga liquidata in questa maniera, con tre paginette scarse e la volontà palese di mettere la parola “fine” sul “caso carcere”, così come l’ha definita vergognosamente una testata locale lanciando la notizia dell’archiviazione. Il “caso carcere”, 9 morti di cui 8 già archiviate dopo appena un anno da quanto accaduto. Una strage carceraria senza precedenti nella storia repubblicana e alcun paragone a livello europeo seppellita in fretta e furia. Otto vittime, tutte di origine straniera, per le quali verosimilmente non si saprà mai ciò che realmente è accaduto loro. E loro – delle vittime stesse – e di nessun altro è la responsabilità della loro morte per il Tribunale di Modena che nella giornata di oggi è riuscito a scrivere, con questa decisione, una pagina nerissima non solo per la città ma per l’intero Paese. Rimangono la rabbia, il dolore e la consapevolezza che in Italia alcune vite valgono meno di zero, che la giustizia è una chimera e che lo Stato, quando vuole, ha totale licenza d’uccidere. Nell’avallare la richiesta d’archiviazione, il gip Andrea Salvatore Romito è riuscito ad affermare che sia Antigone sia il Garante nazionale dei detenuti sono «soggetti privi della qualifica di persone offese in riferimento ai reati ipotizzati» smentendo senza pudore decisioni analoghe ma di segno opposto prese da altri tribunali. Una volontà d’archiviare che sembra mossa esclusivamente dalla volontà di insabbiare.
Come comitato riteniamo l’archiviazione di oggi non solo vergognosa ma anche pericolosa per la salute complessiva del Paese e delle sue istituzioni cosiddette “democratiche”.
Proprio per questo continueremo a tenere vive le fiammelle della ricerca, della memoria e della verità su quella strage.
Non è accettabile che una strage come quella del Sant’Anna venga liquidata in questa maniera, con tre paginette scarse e la volontà palese di mettere la parola “fine” sul “caso carcere”, così come l’ha definita vergognosamente una testata locale lanciando la notizia dell’archiviazione. Il “caso carcere”, 9 morti di cui 8 già archiviate dopo appena un anno da quanto accaduto. Una strage carceraria senza precedenti nella storia repubblicana e alcun paragone a livello europeo seppellita in fretta e furia. Otto vittime, tutte di origine straniera, per le quali verosimilmente non si saprà mai ciò che realmente è accaduto loro. E loro – delle vittime stesse – e di nessun altro è la responsabilità della loro morte per il Tribunale di Modena che nella giornata di oggi è riuscito a scrivere, con questa decisione, una pagina nerissima non solo per la città ma per l’intero Paese. Rimangono la rabbia, il dolore e la consapevolezza che in Italia alcune vite valgono meno di zero, che la giustizia è una chimera e che lo Stato, quando vuole, ha totale licenza d’uccidere. Nell’avallare la richiesta d’archiviazione, il gip Andrea Salvatore Romito è riuscito ad affermare che sia Antigone sia il Garante nazionale dei detenuti sono «soggetti privi della qualifica di persone offese in riferimento ai reati ipotizzati» smentendo senza pudore decisioni analoghe ma di segno opposto prese da altri tribunali. Una volontà d’archiviare che sembra mossa esclusivamente dalla volontà di insabbiare.
Come comitato riteniamo l’archiviazione di oggi non solo vergognosa ma anche pericolosa per la salute complessiva del Paese e delle sue istituzioni cosiddette “democratiche”.
Proprio per questo continueremo a tenere vive le fiammelle della ricerca, della memoria e della verità su quella strage.
SAB 26 GIUGNO ORE 10.00 DAVANTI AL SANT’ANNA