“Su una popolazione carceraria di circa 400 detenuti ancora nessuno ha ricevuto il vaccino, né è stata intrapresa alcuna azione informativa”.
E’ quanto denunciano, relativamente al carcere di Piacenza, i sindacati Sappe, Uspp, Osapp, Sinappe, Cgil, Cisl, e Uil, che parlano senza mezzi termini di “fallimento della Medicina penitenziaria”. “Parliamo – spiegano – di persone ristrette, alcune ottantenni, con gravi patologie, e malgrado vi siano risorse a disposizione non riusciamo a capire il motivo di questa impasse. Vogliamo allertare l’Amministrazione Penitenziaria, l’azienda sanitaria e il Signor Prefetto della situazione creatasi anche nel nostro istituto con un abbandono da parte della medicina penitenziaria, per velocizzare al massimo la somministrazione dei vaccini per la popolazione detenuta. Eventuali ulteriori ritardi potrebbero, a nostro parere, essere di grave pregiudizio per l’incolumità di chi vive o lavora in carcere, perchè in caso di focolaio anche la sicurezza del territorio sarebbe minata”.
“Il Direttore del nostro Istituto – proseguono – ha messo in campo sin della prima ondata pandemica tutte le risorse a disposizione, andando anche oltre a quelle diramate, al fine di assicurare il buon andamento della gestione della stessa pandemia verso il personale di polizia e la stessa popolazione detenuta. Vogliamo far appello anche anche al Garante Regionale per i diritti delle persone detenute per la mancata somministrazione del vaccino alla popolazione detenuta del carcere piacentino”.
“Il perdurare di questo immobilismo da parte della Medicina Penitenziaria – affermano – potrebbe creare un ennesimo disastro, stavolta anche all’interno della struttura piacentina, pertanto urge una nuova campagna vaccinale per la popolazione detenuta. Siamo veramente indignati per stato stato di abbandono e non escludiamo altre forme di protesta per sollecitare gli organi competenti ad uscire dal ginepraio di questa sanità penitenziaria”. I sindacati si dicono preoccupati del fatto che la situazione “potrebbe far registrare le tensioni che nel marzo 2020 sfociarono in vere e proprie rivolte all’interno delle carceri di diverse citta italiane; tra l’altro i primi focolai già si intravedono e solo grazie al sacrificio e alla professionalità dimostrata dal reparto di polizia penitenziaria di Piacenza e alla pazienza dei detenuti sino ad oggi è stato scongiurato all’interno della struttura il rischio di disordini”.
“Auspichiamo – concludono – che la medicina penitenziaria provveda a quanto denunciato e sollecitiamo le autorità ad un impegno comune per far fronte a questa ormai prolungata pandemia”.