SI accende una sigaretta prima del processo, detenuto malmenato da un agente
Torino:la procura apre un’inchiesta, l’episodio nella camera di sicurezza del palagiustizia
La procura di Torino ha aperto un fascicolo d’inchiesta su quanto accaduto nelle scorse settimane in una camera di sicurezza del tribunale di Torino, dove un giovane detenuto in attesa dell’udienza ha raccontato di essere stato malmenato da un agente della polizia penitenziaria dopo aver acceso una sigaretta.
L’udienza era alle 11. Il trentenne, che è in carcere al Lorusso e Cutugno per altre vicende da ottobre 2019 e nel processo che doveva affrontare era accusato di truffa, era assieme ad altri detenuti nella cella di sicurezza. “Qui non si fuma”, gli avrebbe detto l’agente togliendogli la sigaretta dalle labbra e di fronte al rifiuto del detenuto di consegnare l’accendino lo avrebbe colpito violentemente al volto, facendogli sbattere la testa contro il muro e facendogli cadere gli occhiali a terra. E sarebbero stati gli altri agenti a intervenire separando i due. Una scena che aveva impressionato molto sia gli altri detenuti, che avevano iniziato a urlare e a inveire, sia un paio di operatori sanitari che accompagnavano la scorta del gruppo di detenuti.
Stordito dal colpo e dolorante, con un filo di sangue che usciva da una ferita al naso, sarebbe stato richiamato dall’agente, che ha una lunga esperienza alle spalle, che assieme alle scuse e all’offerta di ripagare gli occhiali rotti gli avrebbe chiesto, con velate minacce, di non riferire nulla dell’accaduto all’udienza. E in effetti l’imputato era riuscito a mascherare la ferita e il dolore sia davanti al pm Paolo Scafi che al giudice Giorgia De Palma e nulla aveva detto nemmeno al suo difensore, l’avvocato Andrea Stocco. Anche perché – ha raccontato in seguito il giovane – gli agenti erano in aula, a pochi passi da lui.
Solo nel pomeriggio, quando il detenuto ha avuto un malore e un fortissimo mal di testa, ha raccontato dell’aggressione subita. Inizialmente aveva detto di essere caduto dalle scale la mattina in tribunale, avendo perso l’equilibrio a causa delle manette. Poi però, portato in ospedale, ha cambiato versione. Del caso si è subito interessata la direttrice della casa circondariale, Rosalia Marino, che ha avviato un’indagine interna.
“Da quel momento ho paura di essere punito, vivo nel terrore”, ha detto al suo avvocato, che ha raccolto la sua testimonianza e ha presentato in procura una denuncia per lesioni. Il fascicolo è stato assegnato al pm Giovanni Caspani.