Soccorso Rosso Proletario

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Violenze poliziesche anche negli istituti penali per minori – 6 agenti penitenziari indagati a Benevento

Botte a detenuto, indagati sei poliziotti penitenziari

Chiusa l’inchiesta del pm Tillo su vicenda del 2019 che sarebbe accaduta, nell’Istituto di Airola

Benevento.  

Una brutta storia che racconta presunte botte e violenze ad un detenuto. E’ finita al centro di una inchiesta del sostituto procuratore Assunta Tillo, che ora l’ha conclusa, chiamando in causa, a vario titolo, per le ipotesi di reato di violenza privata, falso e concussione, sei uomini e donne della polizia penitenziaria in servizio presso l’Istituto penale minorile di Airola.

La lente investigativa si è allungata su fatti che si sarebbero verificati a cavallo tra il 26 marzo ed il 1 aprile del 2019 all’interno della struttura, successivamente al rinvenimento ed al sequestro, da parte degli agenti, di due cellulari nella stanza di un ospite, napoletano.

Secondo gli inquirenti, durante l’interrogatorio al quale sarebbe stato sottoposto il 26 aprile, il giovane, che si era assunto la responsabilità del possesso dei due apparecchi, sarebbe stato costretto a rivelare i nomi di ulterori responsabili dell’introduzione dei telefonini nel carcere. Mentre era seduto, sarebbe stato colpito ripetutamente; poi, quando aveva tentato di fuggire, sarebbe stato inseguito lungo il corridoio, messo in un angolo, aggredito e picchiato.

Nel mirino, inoltre, quanto sarebbe avvenuto a distanza di qualche giorno: il 1 aprile, quando al recluso sarebbe stato intimato di non riferire ciò che gli sarebbe capitato, altrimenti avrebbe rischiato una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale.

Nella stessa circostanza – sostiene l’accusa- gli sarebbe stato detto che se li avesse un po’ aiutati, loro avrebbero fatto altrettanto: il tutto per costringerlo a presentare una dichiarazione orale di rinuncia al diritto di querela. Attenzione puntata, infine, su  due relazioni nelle quali era stato descritto l’episodio del 26 aprile, di cui sarebbe stata fornita, a detta del Pm, una falsa rappresentazione.

Difesi, tra gli altri, dagli avvocati Gianluca Grasso, Antonio Leone e Vittorio Fucci, gli indagati hanno adesso venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati e produrre memorie; esaurita questa fase, il Pm procederà alle eventuali richiesta di rinvio a giudizio.