Protesta in carcere, le detenute danno vita alla “battitura”
Grave situazione sanitaria in carcere, le detenute danno vita alla “battitura”
La protesta della sezione femminile è iniziata intorno alle 15:30. All’esterno del carcere presente anche l’Associazione Senza Sbarre che si è unita alla “battitura” con mestoli e pentole
Tamponi ed esami del sangue sierologi, più che essere sottoposte al vaccino, indulto e domiciliari per le persone con problemi sanitari e gravi patologie e per i detenuti in residuo di pena. Queste le richieste alla base della protesta di oggi, 1 febbraio, al Coroneo. Intorno alle 15:30 le detenute della casa circondariale triestina hanno infatti dato vita alla cosiddetta “battitura”, rito che consiste nel percuotere le sbarre con oggetti di metallo per fare rumore. All’esterno del carcere presenti anche alcuni rappresentanti dell’Associazione Senza Sbarre che si sono fatti sentire con mestoli e pentole.
“Ormai da quasi un anno – si legge nella nota stampa – , a partire dalle giornate di rivolta nelle carceri dello scorso marzo per cui sono morti 14 detenuti a botte e spari, le battiture, il non rientrare in cella dopo l’ora d’aria, lo sciopero del carrello, lo sciopero della fame, le rivolte sono le forme di lotta con cui i detenuti portano avanti la loro ribellione al carcere che oggi più che mai altro non è se non una struttura in cui ammalarsi, in cui morire”.
Le detenute si sono date appuntamento per una nuova battitura il 15 febbraio, in solidarietà con detenute e detenuti di altre città