Anche a Bologna ieri sera i riders sono scesi per le vie del centro cittadino contro le misure imposte dal DPCM, che lascia centinaia di lavoratori ultraprecarizzati come i ciclofattorini senza alcun sostegno. Con loro, pezzi del movimento bolognese.
La rivendicazione è sempre quella: “Diritti, reddito, welfare e salute per tutti e per tutte’, c’è bisogno di una redistribuzione della ricchezza!”
Nel corso della manifestazione la rabbia si è accesa, e ci sono stati sanzionamenti alle vetrine del centro tra cui Gucci contro cui sono state uova e vernice.
La reazione delle forze dell ordine si è fatta subito sentire e per ripristinare l ordine e quella pace sociale tanto cara a Bonaccini ci sono state violente cariche contro i manifestanti e due fermi. Storia già sentita insomma, in cui Covid o non Covid, le dinamiche si ripetono tra chi rivendica più diritti e chi difende l’ordine costituito e gli interessi della città vetrina.
ll corteo è poi terminato in pzza 8 agosto, non senza pretendendere che i due compagni venissero rilasciati.
Una manifestazione che è stata condannata dal sindaco di Bologna e dalla Bologna bene, come prevedibile, ma che è stata invece rivendicata da Rider Union “é assurdo vedere vetrine con abiti che costano migliaia di euro e poi dover combattere per paghe più giuste per i ciclofattorini, che devono combattere per quel poco che prendono” dice il portavoce dei Riders bolognesi.
Il fuoco acceso a Napoli qualche settimana fa, è destinato a non spegnersi.
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Da Contropiano