Ancora scontri a Napoli e cariche della polizia coperta dal governo nel pomeriggio di sabato 24 ottobre. Che gioca con i media sul “torbido”, non avendo alcuna soluzione che non sia l’assistenza alle imprese e la repressione per il resto della popolazione.
Anche stavolta l’obiettivo era chiaro e sacrosanto – la Confindustria – e in piazza c’erano lavoratori e disoccupati. Dopo un lancio di uova sulla facciata del palazzo della Confindustria, in Piazza dei Martiri sono partite diverse cariche della polizia contro la manifestazione convocata già da tempo dal sindacato Sicobas, cariche hanno spezzato il corteo che intendeva muoversi dalla piazza per dirigersi in piazza Plebiscito.
“Quattro morti sul lavori al giorno, questa è violenza”, è scritto su uno striscione. «Non siamo contro il lockdown, se serve – hanno detto i manifestanti – ma deve essere a salario pieno per lavoratori e disoccupati».
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Caricati i manifestanti a napoli, lavoratori e disoccupati resistono
Centinaia di persone al concentramento della manifestazione contro Confindustria a piazza dei Martiri nella giornata nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici combattivi. Mentre molti manifestanti erano già in movimento, distanziati e in sicurezza, verso la Prefettura e la Regione i cordoni della polizia hanno impedito al resto del corteo di muoversi
Abbiamo resistito alla carica e ai lacrimogeni e abbiamo proseguito bloccando le strade della città. Dopo le minacce di lockdown, la crisi sociale dovuta all’emergenza, si utilizza l’emergenza per impedire a lavoratori e lavoratrici di manifestare in città. Un grosso pericolo per il corteo che ha tenuto le distanze per tutto il presidio mentre la gestione dell’ordine pubblico della Polizia ha compromesso la sicurezza delle persone in piazza
Non siamo carne da macello! A casa si, ma a salario pieno e con fondi per il sostegno al reddito, i trasporti, la sanità. Non pagheremo la vostra crisi!
Laboratorio Politico Iskra
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Piazza Dei Martiri a Napoli. Sotto la sede di Confindustria. Poco più di cinquecento dimostranti pacifici – alcuni anche con bambini al seguito – protestavano contro le misure draconiane e antisociali del Presidente De Luca e del Governo centrale, legate alla diffusione della pandemia.
Misure che non prevedono ammortizzatori sociali ma solo fame alla fine del tunnel.
Nessun fascista. Nessun camorrista. Solo bandiere rosse.
Compagni della logistica, disoccupati e lavoratori dello spettacolo. E Polizia e Carabinieri caricano selvaggiamente. La verità è che il dissenso, sotto qualunque forma privi ad esprimersi, va represso e criminalizzato.
da contropiano