Martedì 14 luglio, sei donne sono state aggredite violentemente ed arrestate dalla polizia di Nantes, mentre affiggevano manifesti femministi.
Le attiviste erano vicine a un collage di “Liberté, égalité, impunité” quando due agenti della brigata canina sono intervenuti per aggredirle e arrestarle. Un ufficiale di polizia ha strappato il telefono di un’attivista prima di schiacciarle il collo ripetutamente e di serrarle le braccia ed i polsi. Quando sono arrivati i rinforzi le sono state messe le manette e nonostante le sue numerose richieste di rilascio, queste sono state strette a tal punto da provocarle lesioni ai polsi. Dopo l’arresto, la donna è stata anche minacciata direttamente all’interno della stazione di polizia, da un agente del BAC che ha detto: “Non voglio che la mia testa si trovi su Internet domani”. Una seconda attivista è stata aggredita, strangolata, e lanciata violentemente a terra. Porta ancora i segni di manette eccessivamente strette, oltre a una dozzina di lividi.
Tutte le attiviste sono state vittime di aggressioni e violenze verbali durante l’arresto e durante le 22 ore di custodia della polizia: commenti sessisti, misogini, degradanti, nonché varie umiliazioni e insulti. Inoltre la polizia ha anche rifiutato di fornire cure mediche alle donne che ne avevano bisogno.
A questo si aggiungono gravi carenze nel rispetto di alcune norme igieniche in tempo di epidemia da Covid-19 da parte di un servizio pubblico: niente maschere messe a disposizione, molti poliziotti senza maschera, celle con sputi sulla porta e sui muri, ma anche tracce di sangue sulle pareti e sulla sedia, nonché un bagno pieno di escrementi.
Gli oggetti personali sono stati perquisiti e, durante la loro restituzione alla fine della custodia, uno dei telefoni non era più in funzione e gli occhiali da vista erano stati rotti.
Delle sei persone arrestate, quattro sono state convocate in tribunale e il processo è fissato al 19 aprile 2021 a Nantes.
Quattro femministe sono incriminate per ′′ avere, senza armi e in riunione, opposto resistenza violenta ′′ e sono punibili con due anni di carcere e 30 euro di multa
A un’attivista è stato contestato anche il reato di ′′ violenza contro persone depositarie dell’autorità pubblica senza ITT “, e rischia fino a 3 anni di carcere e 45 000 euro di multa.
Questo caso è indicativo di un’enorme intensificazione della repressione della polizia nell’ultimo mese, segnalata da numerosi gruppi femministi in tutta la Francia. Una raccolta fondi è stata messa online per supportarne le spese legali. Maggiori informazioni qui.