un processo interessante e pieno di risvolti su cui Soccorso Rosso proletario si occuperà a fondo
Anarchici a processo per guerriglia urbana: il Comune è parte civile
Sotto la lente il corteo del 9 febbraio 2019 in centro a Torino
Non c’è più l’accusa di devastazione — caduta già davanti al gip dei primi 11 arresti — anche se per oltre due ore di quel 9 febbraio 2019 le scene di guerriglia urbana che sconvolsero il centro ci somigliarono molto, tra lancio di pietre, cassonetti incendiati e un bus distrutto; ma restano le imputazioni di resistenza aggravata, lesioni e danneggiamento. Per le quali andranno a processo 23 anarchici (uno ha patteggiato), come ha deciso il gup, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Manuela Pedrotta. Furono tutti coinvolti — secondo le indagini della Digos — nelle azioni violente seguite al corteo di protesta indetto contro lo sgombero dell’ex Asilo occupato. Con alcuni agenti feriti e circa 250.000 euro di danni, per i quali il Comune si è costituto parte civile. Una ricostruzione contestata dai difensori degli imputati, tra cui l’avvocato Claudio Novaro.
È stata un’indagine complessa, che culminò con le misure cautelari del settembre scorso, e che ha visto gli investigatori impegnati nel tentativo di identificare i manifestanti coinvolti in azioni violente. Nonostante lunghe e precise ricostruzioni — anche del momento in cui quelli del centro sociale Askatasuna lasciarono il corteo, senza partecipare ai raid — non sempre la polizia è riuscita a dare un nome ai volti: del resto, oltre che attivisti torinese, al corteo presero parte antagonisti provenienti da Ivrea, Rovereto, Pinerolo, Trento, Milano, oltre che da altri Paesi. Durante la guerriglia urbana, cui non partecipò la maggior parte del corteo, decine di black bloc lanciarono pietre contro le forze dell’ordine, spaccarono auto e distrussero un bus di linea, a pochi passi dalla Mole. Agendo — secondo gli inquirenti — con tecniche militari e consigli contenuti nell’opuscolo intitolato «Piccole dritte per un Corteo. Prima, durante e dopo». Tra i quali, indossare caschi e bruciare i vestiti subito dopo l’azione: per molti, si deduce, è servito.