Da Mensa Occupata
VERITÀ PER UGO RUSSO!
Venerdì scenderemo accanto alla famiglia di Ugo Russo per chiedere verità sui fatti avvenuti la notte del 1 marzo. Da quel giorno abbiamo letto decine di articoli sull’accaduto, tutti con la stessa trama del carabiniere buono e il ragazzo cattivo dei quartieri popolari che piace tanto ai giornalisti, pur di guadagnare un po’ di visibilità.
Non conta la storia reale di Ugo e il contesto di provenienza, o meglio, conta solo dal momento in cui deve essere identificato come “il solito ragazzo dei quartieri spagnoli”, la riconferma dello stereotipo del napoletano delinquente, che nasce e cresce con la macchia di criminale, senza alcuna possibilità di riscatto.
La storia di Ugo per noi è invece uguale a quella di molti ragazzi che nascono nelle periferie e nei quartieri popolari e che si trovano a subire il peso della contraddizione del Capitalismo.
Qui lo scontro tra gli ultimi e la “Napoli bene” si è intensificato negli ultimi anni, abbiamo visto la turistificazione del centro e lo svuotarsi delle abitazioni vissute da generazioni. Chi vuole speculare sulla nostra città dimentica che Napoli non è una cartolina e difficilmente può diventarlo.
La storia di Ugo è stata strumentalizzata dai mass media e dalla politica locale, facendo dimenticare alle persone il nocciolo della questione. È inammissibile strappare la vita ad un ragazzo di quindici anni solo perché “ha sbagliato” . È inammissibile che una persona solo perché ha una divisa e riveste un ruolo di potere, si senta autorizzato a sparare a freddo su un’altra persona.
I proiettili che sono partiti quella notte sono cinque, tre mortali per Ugo. A più di cento giorni dalla morte di Ugo ancora dobbiamo avere notizie del referto ufficiale.
In America sono scoppiate le rivolte popolari contro gli operatori della repressione dopo l’episodio accaduto a George Floyd. La storia di Ugo Russo così come quella di Davide Bifolco e quella di George Floyd hanno molto in comune: da un lato il braccio armato dello stato che approfitta della propria impunità e del proprio potere di esercitare la violenza; dall’altro gli ultimi, quelli emarginati dalla società per il semplice fatto di non essere nati privilegiati.
Il ruolo che ci resta è quello di stravolgere l’attuale e cambiare il mondo che ci circonda per fare in modo che questi episodi non si ripetano mai più!
Ci vediamo
VENERDÌ 3 LUGLIO a LARGO BERLINGUER (metro Toledo) ore 17.00.