Il 9 maggio scorso Patxi Ruiz, prigioniero politico basco, veniva convocato dal direttore del carcere di Murcia II e pesantemente minacciato di ritorsioni anche fisiche, con il pretesto della sua partecipazione attiva ad alcune proteste dei detenuti contro la gestione penitenziaria dell’emergenza covid. Per denunciare questi fatti, e più in generale per attaccare le condizioni di ricatto e minaccia sistematica a cui sono sottoposti i prigionieri politici, dal giorno seguente Patxi ha intrapreso un duro sciopero della sete (durato 12 giorni) e un lungo sciopero della fame, terminato settimana scorsa dopo più di 30 giorni di totale rifiuto del cibo.
In vista del corteo nazionale di sabato 27 giugno ad Irun, e in attesa che Patxi prenda parola direttamente sulla fine dello sciopero, abbiamo sentito Mario il Lungo, un “vecchio” compagno italiano, da più di 20 anni in Euskadi, attivo nel movimento pro-amnistia basco. Sarà lui a trarre per noi un bilancio delle mobilitazioni in sostegno alla lotta di Patxi e a raccontarci di come, dentro le carceri e per le strade, siano stati rotti gli schemi desolidarizzanti che il “processo di resa” vorrebbe imporre a tutto il popolo basco, con la complicità della sinistra istituzionale.