La procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha iscritto nel registro degli indagati 44 agenti della polizia penitenziaria in servizio nel carcere in una inchiesta avviata dopo presunte violenze all’interno dell’istituto di pena durante le rivolte nel periodo del Covid 19.
Tra gli atti presentati dal garante in Procura c’è anche una telefonata tra un detenuto e un componente della sua famiglia. Nel corso del colloquio, la parente cerca di ottenere quante più informazioni possibili dall’uomo sui pestaggi. «Erano le quattro e mezza, cinque, quando vi hanno picchiato», dice lei. «Si» risponde il detenuto. «Vi hanno tagliato anche barba e capelli – insiste lei – perché c’è qualcuno che ha la testa rotta per le botte?». Ancora una volta l’uomo risponde affermativamente. «Hanno picchiato anche te?», insiste la donna. E di nuovo il detenuto: «Hanno picchiato tutti. E lo fanno tutti i giorni. Ci picchiano a turno. Ti acchiappano e ti incastrano in tre o quattro nella cella»… (da Osservatorio repressione)
Ascolta e leggi qui sotto “Dieci minuti: voci dal carcere ai tempi del Covid” del collettivo Lorem Ipsum
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Dieci minuti. Tanto dura la telefonata settimanale concessa ad ogni detenuto d’Italia per chiamare i propri cari, amici, conoscenti. Dieci minuti in cui, come sentirete in questo podcast, molti carcerati stanno denunciando le precarie condizioni sanitarie delle prigioni italiane di fronte all’arrivo del Covid-19.
Tra sovraffollamento, mancanza di mascherine e scarsa assistenza da parte del personale sanitario, la violazione dell’articolo 32 della Costituzione, quello sul diritto alla salute, appare palese. E di giorno in giorno il rischio epidemia è sempre più alto. Come se non bastasse, in alcune carceri ci sarebbero stati anche violenti pestaggi in seguito alle rivolte scaturite dal panico per i primi contagi.
Una situazione esplosiva, per la quale persino la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, su ricorso presentato dagli avvocati di un detenuto, ha chiesto spiegazioni, ricevendo risposte “generiche” e vaghe da parte del governo.
Nel frattempo, i detenuti continuano a telefonare. Quelle che sentirete nel podcast Dieci minuti sono le loro voci. Autentiche quando i detenuti stessi hanno trovato il coraggio di denunciare pubblicamente la loro situazione. O distorte, quando il timore di ritorsioni ha avuto la meglio.
(Da Il Dubbio)