Proseguono avvolte nel massimo riserbo le indagini sulla rivolta che lo scorso 8 marzo ha causato nove vittime fra i detenuti del carcere di Sant’Anna e la distruzione di una porzione consistente della strutttura. Complice anche l’emergenza sanitaria, sull’intera drammatica vicenda è calato un silenzio difficile da squarciare.
Come noto la Procura ha delegato la Squadra Mobile di Modena ad investigare sulla dinamica dei fatti, sull’assalto all’infermeria, i danneggiamenti, le violenze e soprattutto le morti di 5 detenuti all’interno delle celle, per i quali il primo informale riscontro autoptico ha suggerito una morte per overdose da farmaci. Ancora più complessa l’inchiesta sui carcerati, altri 4, morti durante e dopo il traporto verso altri penitenziari.
In questo quadro di ancora assoluta incertezza, nella giornata di ieri la Gazzetta di Modena ha reso noto che due detenuti hanno presentato esposti in Procura sui presunti atti di violenza compiuti dalla Polizia Penitenziaria durante gli scontri: chi ha denunciato sostiene di aver assistito a pestaggi nei confronti di persone che non avevano preso parte in maniera attiva alla rivolta, a seguito del blitz che lentamente e faticosamente ha riportato la calma nella struttura.