Oggi si è svolta quella che doveva essere l’udienza conclusiva del processo di primo grado alla Resistenza palestinese in Italia. Per l’ampiezza delle argomentazioni e considerazioni riportate oggi dalla difesa, e forse anche per per la massiccia partecipazione al presidio fuori e dentro il Tribunale dell’Aquila (almeno 200 persone), il presidente della corte ha fissato per il 16 gennaio l’udienza per le repliche dell’accusa e la sentenza.

Per la prima volta abbiamo sentito le dichiarazioni spontanee di Ali e Mansour, che pur estranei alla lotta armata resistenziale, hanno riportato in aula il clima di oppressione, repressione e violenza coloniale che ogni palestinese vive nel contesto dell’occupazione militare israeliana. Storie di morte, assassinii, imprigionamenti arbitrari, torture, minacce, vessazioni e soprusi che ogni palestinese potrebbe raccontare, se solo lo si ascoltasse. Cercheremo di rendere disponibili queste commoventi dichiarazioni al più presto.
Anan ha reso la sua dichiarazione dal carcere di Melfi in videoconferenza, questa volta con una bandiera palestinese sulla scrivania della saletta dalla quale era collegato al processo.
L’ha letta in italiano e così la riportiamo:
“Se sono nato in Palestina questa non è una mia scelta. Ma un regalo dalla vita per me. “Se io sono oggi palestinese”.
Ma se io faccio la resistenza è una scelta, è la mia volontà, è la mia decisione. Per difendere il nostro Popolo, la nostra terra e i nostri bambini, se uccisi tutti i giorni dal 1948 fino ad oggi per mano degli israeliani.
E questa decisione è la cosa migliore che ho fatto in vita mia.
È sbagliato pensare che chi fa la resistenza non ami la vita. Noi amiamo la vita più di tutti ma vogliamo vita con libertà e non vita come schiavi.
Vogliamo buona vita, libera e sicura per i nostri bambini.
Per questo noi diamo la nostra vita per il nostro Popolo.
Se mi condannate e rimango in carcere o se esco Libero.
Questo non cambia niente. Amo e amerò sempre il popolo italiano.
Il popolo partigiano italiano una parte di noi, e noi siamo una parte di lui.
Il popolo italiano se loro fanno un intifada. che io non ho mai visto in altri paesi del mondo, questo movimento è uno tsunami
Grazie Flottilla, e tutte per aiutare il popolo palestinese, per fermare il genocidio.
Fanno tutti per noi senza avere lo stesso sangue e la stessa lingua, ma solo perché c’è lo stesso cuore per l’umanità e per la libertà.
Il popolo italiano è come sempre, è stata la prima resistenza per noi.
Signor giudice La resistenza è un’idea e l’idea non muore. Anche se noi moriamo, restiamo vivi nei cuori del nostro Popolo.
Noi abitiamo nei cuori di tutte le persone che amano la libertà.
Nelson Mandela vive nei nostri cuori.
Che Guevara vive nei nostri cuori.
Yasser Arafat vive nei nostri cuori.
George Habash vive nei nostri cuori.
Jihad Shihade vive nei nostri cuori.
Abu Shujaa vive nei nostri cuori.
Tamer Al-Kilani vive nei nostri cuori
Viva la Palestina araba palestinese e libera!
Viva la resistenza palestinese fino alla libertà!
Viva la gioventù palestinese in Italia e in tutto il mondo!
Libertà per tutti i prigionieri che lottano per la libertà!
Libertà per i nostri prigionieri nelle carceri israeliane!
Libertà per il nostro padre Marwan Barghuthi!
Un giorno ci sarà un bambino palestinese che alzerà la nostra bandiera della Palestina Libera!
Viva la Palestina Araba palestinese.
Viva la Resistenza fino alla libertà.
Grazie a voi”
19.12.2025
c.c. di Melfi
Anan Yaeesh